Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Effetto Ancelotti Hamsik e Mertens ci ripensano: «Un onore lavorare con lui»

- Monica Scozzafava

Dalla casetta in Canada

NAPOLI (citazione Aurelio De Laurentiis) lavora alla costruzion­e del Napoli. Il telefono lo sta aiutando a capire quanto la rosa forte su cui ha scommesso accettando l’offerta del club azzurro sia a tal punto motivata e stimolata. Ha chiamato quasi tutti i giocatori, lo ha fatto con Hamsik e anche con Mertens. Il centrocamp­ista capitano di lungo corso e l’esterno inventato da Sarri centravant­i. I primi in lista di sbarco, stando alle intenzioni più o meno espresse al termine della stagione. Senza pressione alcuna, Ancelotti in questa fase deve sapere chi c’è e chi invece ha già deciso di andare: l’idea è una rivoluzion­e molto gentile di una squadra che, lo sa anche lui, sarà difficile che possa ripetere il record dei novanta punti in campionato, ma alla quale vuole imprimere una mentalità vincente soprattutt­o in Europa. Chi c’è e chi non c’è per esserci in maniera funzionale sul mercato, tra sostituzio­ni e rinforzi. Ebbene, gli stessi giocatori che fino a due settimane fa erano abbastanza sicuri di terminare l’avventura con il Napoli, oggi lasciano molti margini sulla permanenza. Hamsik dato ormai sicuro in Cina (l’offerta economica sembrava stavolta averlo convinto) ha cambiato registro: «Non ci sono novità sul mio futuro, ho un contratto con il Napoli per altri tre anni. Non so nulla di nuovo e non sto chiedendo un trasferime­nto. Con Ancelotti ci siamo sentiti telefonica­mente, sarebbe un grande onore avere un allenatore così grande, che ha vinto più di venti trofei. De Laurentiis ha portato uno che ha vinto tanto, questo mi rende felice. Quando una persona è abituata a vincere porta una mentalità vincente e qualcosa di nuovo alla squadra». Che vale molto di più restare che andare. Sarri? «Non c’è niente di particolar­e nei grandi club se gli allenatori cambiano dopo tre anni, non c’è da farne una tragedia. Forse è arrivato al punto in cui sentiva di non poter dare di più alla squadra. Non so esattament­e. De Laurentiis ha mantenuto la calma dopo la sua partenza e si è avvicinato a un altro grande allenatore». Mertens, clausola rescissori­a «accessibil­e» da 28 milioni, aveva concluso la stagione senza particolar­e sprint. Spento, stanco e probabilme­nte non più stimolato a continuare. Il belga ha fatto dietrofron­t: «Certo che mi piacerebbe lavorare con Ancelotti, il nuovo allenatore mi ha già chiamato. Mi ha chiesto se volevo restare. Se è stato convincent­e? Sì, molto. Vedremo». Sull’addio di Sarri: «Non so come sia andata bene la vicenda e non ho capito nemmeno cosa è accaduto. Per me è stato così strano quando ho sentito la notizia. Sarri non era stato ancora licenziato, ma Ancelotti era già il nostro nuovo allenatore. Presto tutto sarà più chiaro». Hamsik, Mertens e tanti altri come Koulibaly e Insigne sui quali l’effetto Ancelotti vale molto più di una clausola milionaria che loro due non hanno. L’ex tecnico del Bayern dunque intende ripartire da ciò che ha, e il reparto offensivo, compreso Inglese, è tra i più attrezzati. Aurelio De Laurentiis ieri è stato chiaro: «Se ha accettato la nostra proposta è perchè crede in questa squadra, che sarà certo rinforzata con qualche giocatore di esperienza ma niente stravolgim­enti. L’equazione più si compra e più si vince non è esatta». Balotelli? «Bravo, bravissimo - ha aggiunto il presidente - ma lì davanti siamo attrezzati». Il ruolo scoperto sono i due portieri: con Rui Patricio dello Sporting Lisbona il ds Giuntoli è alle battute finali della trattativa.

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