Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Dodicenne violentata, la famiglia cambia città «Isolata ed emarginata»
Domani udienza di convalida per i 3 minori fermati
Stanno valutando l’idea di lasciare quanto prima la provincia di Napoli i genitori della dodicenne violentata a Castellammare. Una decisione difficile ma necessaria, dal momento che la ragazzina, spiega l’avvocato che assiste la famiglia, Roberto Chiavarone, non riesce a riprendersi dalle violenze subite e ad avere una vita serena. È rimasta isolata, mentre c’è il rischio che prima o poi possa trovarsi faccia a faccia con i tre che hanno abusato di lei.
Domani mattina, intanto, si svolgerà l’udienza di convalida dei fermi dei tre minorenni.
NAPOLI
Andarsene. Lasciare quanto prima e per sempre la provincia di Napoli. È l’idea che in queste ore i genitori della dodicenne violentata a Castellammare di Stabia valutano con sempre maggiore attenzione, per restituire serenità alla ragazzina.
La situazione che la famiglia sta vivendo è difficilissima: nonostante sui giornali non siano comparsi né il suo nome né quello dei tre giovanissimi ora in stato di fermo, in una piccola comunità prima o poi l’identità dei protagonisti può saltare fuori. Ma questo non è l’unico problema: l’adolescente rischierebbe prima o poi di incontrare di nuovo i ragazzi che le hanno fatto tanto male; questo pensiero la mette in agitazione e non le consente di vivere serena. Infine c’è la vicinanza di due dei tre fermati a un clan molto radicato nella zona stabiese.
La famiglia vive in un clima di paura. Alcune persone prima molto vicine alla dodicenne se ne sono ora allontanate, lasciandola sola. Nell’animo dei genitori, dunque, si sta facendo strada il proposito di andare via. Fin da quando, lo scorso 21 maggio, hanno coraggiosamente denunciato l’accaduto alla polizia, il papà e la mamma della ragazzina hanno fatto sapere — tramite l’avvocato che li assiste, Roberto Chiavarone — che per loro la tranquillità della figlia è l’unica cosa che conta. Trasferirsi in un’altra città, molto lontano da Napoli, sembra dunque una scelta obbligata. La decisione potrebbe essere attuata molto presto, anche se le difficoltà da affrontare sono enormi.
Domani, intanto, si svolgerà l’udienza di convalida del fermo dei tre indagati, che hanno 14, 15 e 16 anni; il gip minorile dovrà decidere se trattenerli in un istituto o rimandarli a casa. Il più piccolo dei tre, che era anche l’amico del cuore della ragazzina, è anche quello la cui posizione è più grave. Oltre che di stupro di gruppo, infatti, risponde anche di un’altra violenza commessa da solo in un locale abbandonato di Castellammare e di estorsione: si è fatto consegnare somme di denaro per non divulgare il filmato delle violenze realizzato da uno dei suoi amici.
Dal decreto di fermo emesso dal pm minorile Fabrizia Pavani emergono comportamenti odiosi, di inaudita gravità. La dodicenne è stata costretta a subire abusi di ogni genere e umiliazioni continue. Il quattordicenne, per costringerla ad avere un rapporto sessuale, l’ha drogata facendole fumare uno spinello, poi l’ha picchiata e minacciata di romperle gli occhiali e il telefono cellulare. Soprusi e vessazioni che ben presto sono affiorati nel comportamento della ragazzina. La madre, per esempio, a un certo punto si è accorta che non usciva più con le solite amiche, che non si tratteneva più a dormire dalla nonna, che tendeva a isolarsi. Un comportamento insolito che l’ha messa in allarme. Ma il timore è cresciuto quando l’ha sorpresa in ba- gno a piangere: la dodicenne le ha detto di avere litigato con un’amica. Una spiegazione che aveva tutta l’aria di una scusa. La svolta è arrivata quando la ragazzina ha avuto un malore a scuola: i genitori, a quel punto, l’hanno messa alle strette e lei alla fine ha raccontato tutto. Un racconto, il suo, così brutto da sembrare inventato.
Gli agenti del commissariato di Castellammare e quelli della squadra mobile, coordinati rispettivamente da Vincenzo Gioia e Luigi Rinella, hanno rapidamente raccolto gli elementi per sottoporre i tre a fermo. C’era soprattutto, secondo il pm, il rischio che, dopo la fuga di notizie, potessero far perdere le loro tracce. Un rischio particolarmente alto visto il contesto criminale nel quale due dei tre indagati si muovono.
La paura
Alcune persone prima vicine alla ragazza se ne sono allontanate, lasciandola sola