Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cnr, il funzionario condannato: pronto a fare importanti rivelazioni
Vittorio Gargiulo torna libero. Attesa una svolta nelle indagini sui vertici del Consiglio
Il gip ha annullato la misura cautelare per Vittorio Gargiulo, il funzionario del Cnr condannato per essersi impadronito di un milione. Gargiulo ha intrapreso un percorso di collaborazione con gli inquirenti che potrebbe preludere a un terremoto giudiziario.
NAPOLI Vittorio Gargiulo, l’ex funzionario amministrativo del Cnr condannato di recente a quattro anni e mezzo per peculato, torna libero e si prepara a collaborare con gli inquirenti per i filoni di inchiesta ancora aperti. Non è escluso, dunque, che in tempi rapidi un terremoto scuota il Consiglio. Gargiulo, ex segretario amministrativo dell’Istituto ambiente marino costiero, è accusato di essersi appropriato illecitamente di circa un milione: acquistava beni per sé e presentava il conto al Cnr, facendo risultare che si trattava di «materiali di consumo» o di «materiali per campagne oceanografiche».
Condannato ad aprile e rimasto fino a ieri agli arresti domiciliari, Gargiulo si è ora visto annullare la misura cautelare dal gip Roberta Attena, che ha accolto la richiesta dell’avvocato Diego De Paolis. Il giudice ha ritenuto che sono cessate le esigenze cautelari ma ha anche probabilmente tenuto conto del percorso che Gargiulo ha intrapreso e che potrebbe portare gli inquirenti a scoprire altri illeciti. Nei mesi scorsi Vittorio Gargiulo aveva già fornito ai pm Ida Frongillo e Giancarlo Novelli notizie sull’organizzazione degli uffici e sulla gestione della cassa, tirando in ballo i vertici del Cnr tra cui il direttore re generale Massimiliano Di Bitetto, che si è poi dimesso. A Di Bitetto, così come al dirigente di ricerca Ennio Marsella e ad altri cinque tra funzionari e ricercatori, la Procura contesta l’associazione per delinquere finalizzata al peculato. La sua posizione si è aggravata proprio dopo le dichiarazioni di Vittorio Gargiulo, che ha messo a verbale accuse pesanti e imbarazzanti. «Tu e la tua direttrice dovete finire di rompere — lo avrebbe ammonito Di Bitetto —. Io devo ave- ancora due babà». Che cosa intendeva? Questa la risposta di Gargiulo: «Quando Di Bitetto ha parlato dei babà ho pensato si riferisse ad altre consulenze per 2 milioni». Dichiarazioni che chiamano pesantemente in causa anche altri protagonisti, come il dirigente di ricerca Ennio Marsella, che ha deciso di mettersi in aspettativa. «Nel periodo in cui ho svolto il ruolo di segretario amministrativo dell’Iamc, cioè dal 2009 al 2014 — ha dichiarato ancora Gargiulo — posso dire che tutte le consulenze erano in realtà inesistenti e costituivano una modalità attraverso la quale Di Bitetto e Marsella si appropriavano di fondi dell’ente a fini esclusivamente privati». Le consulenze, secondo l’ex funzionario, «erano false, nel senso che alle stesse non seguiva alcun lavoro». Gargiulo sostiene inoltre di essere stato «continuamente sollecitato all’emissione del mandato di pagamento sia da Marsella che da Di Bitetto. Quando dicevo a Marsella che mancava tutto della consulenza e quindi non andava liquidato, questi diceva sempre: “Vabbe’, questa è l’ultima, poi non gliene facciamo più”». Il sistema si interruppe con l’arrivo di una nuova direttrice all’Iamc, Laura Giuliano, «apparsa subito non disponibile a operazioni poco chiare o illecite».
A tutto questo Gargiulo potrebbe aggiungere anche dell’altro, magari fornendo i risconti agli inquirenti.
Il magistrato Misura cautelare annullata dal gip, che ha accolto la richiesta degli avvocati