Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Novaserra, il Greco di Tufo nello stile Mastroberardino
Non c’è dubbio alcuno che il brand Mastroberardino abbia un fortissimo appeal nel mercato del vino nazionale e globale. L’azienda lo ha rafforzato nel tempo, partendo dalle intuizioni del compianto Antonio che decise di resistere alle sirene, che cercavano di dirottarlo verso vitigni forestieri, e di puntare tutto sul tradizionale patrimonio ampelografico dell’Irpinia: fiano, greco e aglianico. Grazie all’originalità dei suoi vini Mastroberardino conquistò la considerazione e il rispetto degli operatori commerciali e dei consumatori. Ma il consolidamento dell’immagine di successo è avvenuta col figlio Piero, che il «dottore» saggiamente volle al suo fianco prima di lasciargli ogni responsabilità. L’attuale comandante in capo, forte degli studi di economia e di marketing (è ordinario all’Università di Foggia) ha traghettato l’azienda di famiglia nella modernità, procedendo ad acquisizioni di nuovi vigneti in aree particolarmente vocate, al lancio del progetto di recupero del vino dell’antica Pompei, ad affiancare all’attività principale l’accoglienza in un elegante resort con tanto di campo da golf tra i filari del Taurasi di Mirabella Eclano, a mostrare insomma un volto più moderno. Il Greco di Tufo Novaserra è uno dei vini di punta che rivela lo stile aziendale. Nasce nella tenuta di Montefusco, sito che, al pari del comune epicentro della Docg, regala le migliori espressioni dell’omonima uva. Il 2017 si presenta con un colore paglierino, è limpido e luminoso, decisamente consistente. Colpisce per l’intensità e la finezza dei profumi: pera matura, pesca bianca, oli essenziali di agrumi roccia, erbe aromatiche. Convincente l’equilibrio gustativo fondato sul sapiente bilanciamento della naturale acidità e della morbidezza regalata probabilmente dall’annata. Secco senza indecisioni, presenta una gradevole vena minerale. Chiude lungo con retrogusto piacevolmente amarognolo. Sui crostacei alla catalana.