Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Avellino, risorge la Dc I 5 Stelle puntano al Ko

- Agrippa

Otto sfidanti che promettono inversioni di rotta e un decisivo rilancio delle sorti della città. Avellino vede sfilare i big della politica: venerdì alle 11,30 sarà la volta di Luigi Di Maio e giovedì è prevista la presenza dell’ex ministro dem Graziano Delrio.

Otto sfidanti che promettono

AVELLINO inversioni di rotta e un decisivo rilancio delle sorti della città. Una vera maratona, se si aggiungono le centinaia di candidati al consiglio comunale. Avellino vede sfilare i big della politica: venerdì alle 11,30 sarà la volta del pluriminis­tro 5 stelle Luigi Di Maio e giovedì è prevista la presenza dell’ex ministro dem Graziano Delrio.

Nel capoluogo irpino, storica officina intellettu­ale e politica della prima Repubblica, la sfida spavalda dell’alternativ­a passa ancora attraverso la strettissi­ma crune dell’ago imposta dal duo Nicola MancinoCir­iaco De Mita, i quali promuovono come candidato a sindaco il penalista Nello Pizza, sostenuto dai dem e da sei liste civiche. Persino il primo cittadino di Livorno, Filippo Nogarin, giunto in Irpinia per dare una mano al candidato pentastell­ato Vincenzo Ciampi, funzionari­o della agenzia delle entrate, si è detto stupito: «Penso che i dinosauri — ha affermato — si estinguera­nno pure qui ad Avellino. Rispetto gli anziani e De Mita, ma non capisco per quale motivo non possa anche lui fare come tutti gli altri della sua età: trascorrer­e ore di riposo osservando i lavori nei cantieri».

Li immaginate due colossi della prima Repubblica, sebbene oggi di età avanzata, come l’ex presidente del Senato e l’ex leader dc e attuale sindaco di Nusco aggrappati per ore alle reti che delimitano gli scavi per scrutare gli operai che picconano pareti? Probabilme­nte, mancano persino i cantieri. Eppure, l’ossessione di questa campagna elettorale che vede impegnato, per domenica prossima, l’unico capoluogo campano al voto, è sempre la stessa da decenni: come abbattere il potere della quintessen­za democristi­ana ad Avellino. Si badi bene, comprese tutte le sue sfumature, giacché dopo quasi venti anni è ricomparso anche il simbolo dello scudo crociato grazie all’ex ministro avellinese Gianfranco Rotondi e al leader dell’Udc, Lorenzo Cesa. «O con Cesa rifacciamo la Dc - ha sottolinea­to Rotondi, oggi segretario di Rivoluzion­e cristiana, presentand­o la lista della Dc — o la benzina è finita: fin qui Berlusconi ha tutelato tutti, ma ora è lui che ha bisogno di aiuto. La forza che possiamo dargli in questa traversata nel deserto è quella di una nuova forte Democrazia cristiana lealmente federata a Forza Italia nel segno del Ppe».

La litigiosa Avellino non poteva che far registrare divisioni sia a destra che a sinistra. Il Pd, partito che aveva sorretto l’esperienza amministra­tiva del sindaco uscente Paolo Foti, schiera — come detto — Pizza, ma tra gli sfidanti di quest’ultimo ci sono anche Nadia Arace, che con la lista Si Può tenterà in ogni modo di erodere consensi all’elettorato di centro-sinistra, e il consiglier­e comunale Luca Cipriano, buon portatore di voti, a capo di Mai Più: altra civica sempre di ispirazion­e di centro-sinistra. Neanche il centro-destra è immune da divisioni: il candidato di Forza Italia e Lega è Sabino Morano, sostenuto anche da Dc-Udc e «Noi con Avellino», ma Fratelli d’Italia, in tandem con una civica, gli ha lanciato la sfida con Dino Preziosi. C’è poi il candidato di Casapound, Giuliano Bello; quello dei 5 Stelle, come accennato, Ciampi, e Massimo Passaro, anch’egli a capo di una lista civica. Il leader irpino 5 stelle, Carlo Sibilia, già intravede la svolta: «Saremo la prima città capoluogo al di sotto di Roma ad essere amministra­ta da un cittadino del Movimento. Anche ad Avellino salteremo dalla prima alla terza Repubblica per far nascere il laboratori­o del Mezzogiorn­o per il progetto voluto dal nuovo ministro per il Sud».

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