Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Cei e l’appello per la rinascita del voto cattolico
Da giorni ormai la Cei lancia il suo grido d’allarme ai cattolici italiani affinché nel sociale ma soprattutto nell’impegno politico facciano sentire con forza le proprie ragioni e avviino una azione di unità e non divisione. I laici cattolici, sono chiamati alla testimonianza vera dei propri punti cardini di riferimento spirituali, religiosi e culturali. Sono chiamati a sentire la politica non come qualcosa di altro ma un percorso da intraprendere per portare luce in un momento di nebbia e buio.
Il presidente della Cei Gualtiero Bassetti ha con forza affermato: «Mai come oggi c’è un urgente bisogno di uomini e donne che sappiano usare un linguaggio di verità, parlando con franchezza, senza nascondere le difficoltà, senza fare promesse irrealizzabili ma indicando una strada e una meta». Condivido pienamente le inquietudini emerse dalla ultima assemblea dei vescovi e l’appello del suo presidente. E’ venuto il momento in cui non si può tacere né stare in silenzio a guardare che i fatti cosiddetti romani accadano. Noi cattolici, che a vario titolo (istituzionale o no) abbiamo scelto di essere operatori politici, dobbiamo innanzitutto riappropriarci dell’orgoglio della nostra fede e formazione cristiana per difenderla, testimoniarla e incentivarla. Non possiamo pensare che oggi i tempi sono cambiati e concederci un lassismo permissivo. Dobbiamo essere incisivi. Dobbiamo esserci. Con forza e determinazione. Colgo e sostengo con grande piacere l’iniziativa delle organizzazioni diocesane di Nola (Azione Cattolica, Caritas, Ufficio Pastorale Sociale e Lavoro, Progetto Policoro) che in vista delle prossime elezioni amministrative hanno individuato in Pane,Casa, Salute, Educazione, quattro priorità che in una coraggiosa nota congiunta hanno affidato alla sensibilità e intelligenza dei fedeli candidati e degli elettori.
Ben 13 comuni di questa diocesi (posizionati su due province: Napoli e Avellino) sono chiamati al rinnovo del proprio consiglio comunale. Tante le problematiche che caratterizzano questo territorio così variegato. Un territorio che conosco bene sia per ragioni professionali che politiche e soprattutto di origini. Io sono una vesuviana.
Un territorio che ha infinite necessità e priorità e aspetta nuove sfide e una classe politica-amministrativa capace di affrontarle. I laici cattolici, impegnati in queste associazioni affermano che «né la politica né le comunità assistano passivamente allo svilimento del senso della democrazia e della partecipazione». Nè condivido pienamente il monito e l’incitazione.
Attraverso l’indicazione del Pane sottolineano la necessità di mettere in essere meccanismi e strategie che producano lavoro. Cioè dignità. La Casa: in tanti vivono in queste zone con l’incubo dello sfratto e quanti giovani non possono permettersi di crearsi una famiglia perché non hanno una certezza abitativa, nè di un busta paga per poterla o acquistare o fittare. Tante sono le persone senza tetto. Tante, troppe. La Salute: la mia professione di medico mi porta costantemente in contatto con malati proveniente da questi paesi, affetti da gravi patologie oncologiche collegate all’inquinamento barbaro e omertoso di quelle terre. Ma quando i firmatari di questa nota parlano di Educazione davvero mi vengono i brividi. Educazione come occasione per offrire un “tempo buono” ai giovani. Una educazione che preveda una sinergia tra scuole famiglie e associazioni. Solo una sana educazione potrà riscattare le nuove generazioni dal dominio prima culturale e poi criminale delle varie Gomorra.
Attraverso questa lucida e coraggiosa nota le associazioni diocesane nolane invocano «una serietà nelle motivazioni» e in questo non possiamo non cogliere l’implicita denuncia ai tanti, troppi cattolici che hanno visto nell’azione politica uno strumento per il proprio tornaconto. Invocano pienezza e libertà di coscienza» agli elettori. Quando finalmente tutti o la stragrande maggioranza dei cittadini impareranno ad indirizzare il proprio esercizio di voto non per motivazioni clientelari ma sulla adesione ai programmi, solo allora veramente andremo verso una cultura della libertà e uguaglianza. Nel mentre la nostra patria è in balia dei mercati, dello spread, del non dialogo, della mancanza di una bussola le elezioni amministrative rappresentano una occasione di concretezza per i cittadini. Le istituzioni comunali sono una certezza immediata, visibile. Sono l’alternativa ad un governo lontano e troppo insicuro. Gli elettori non possono sprecare questa occasione facendosi trasportare dall’istinto ma devono ben ponderare i programmi che vengono loro proposti, e soprattutto la affidabilità di coloro che li vogliono realizzare. Quanti comuni ancora, dovranno essere sciolti per infiltrazioni camorristiche? Speriamo nessun altro. Noi cattolici abbiamo una grande responsabilità affinchè questo non accada. Affinchè ritorni i tempo della bella politica. Dell’impegno per il bene comune. Della centralità della persona e non della mera economia o burocratizzazione. Sarò presuntuosa ma sono convinta che solo una azione pregnante dei cattolici democratici nel sociale, nelle istituzioni, nella politica potrà portarci al di là della tempesta.
Il presidente della Cei lo ha ben detto: «Esorto, quindi, tutti i credenti a pregare, e tutti gli italiani a lavorare, insieme, per la custodia e la salvezza del nostro grande e bellissimo Paese».