Corriere del Mezzogiorno (Campania)
A CHI GIOVA (NEL SUD) LA DUAL TAX
In questi giorni il tema della Flat tax domina il dibattito pubblico. È noto infatti che l’esecutivo appena insediato ha fatto della riduzione della tassazione una bandiera irrinunciabile. Le ipotesi, contenute nel contratto di governo, prevedono l’introduzione di due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite Iva, imprese e famiglie; per queste ultime è prevista una deduzione fissa di 3.000 euro sulla base del reddito familiare. Si tratterebbe dunque non di una tassa piatta ma, come è stato giustamente notato, di una Dual tax. Pochi, come avviene di sovente nel dibattito pubblico italiano, si sono chiesti che effetto avrebbe a livello territoriale l’introduzione della misura fiscale. La domanda è più che lecita considerando la forte diseguaglianza nella distribuzione dei redditi che nella penisola si registra fra Nord e Sud del paese. Ebbene, i dati sono decisamente sconfortanti. Difficile fare delle proiezioni precise ma assolutamente possibile è confrontare alcuni dati per descrivere una chiara tendenza degli effetti fiscali sul reddito delle diverse aree geografiche. La Dual tax per le persone fisiche si applicherebbe non sul reddito personale come l’attuale sistema fiscale prevede ma sul reddito familiare. Questo rende decisamente più complessa l’analisi. L’aliquota del 15 per cento si applicherebbe fino ad un reddito familiare di 80mila euro e quella del 20 per cento per i redditi superiori.
La deduzione di 3 mila euro, sulla base delle ipotesi allo studio, si applicherebbe ad ogni componente del nucleo familiare fino a 35mila euro di reddito complessivo, solo ai familiari a carico nella fascia 35-50 mila euro, per annullarsi per i redditi superiori ai 50 mila.
Tutte le analisi condotte finora hanno messo in guardia dal probabile effetto regressivo che la Dual tax avrebbe nel sistema fiscale italiano: i benefici maggiori saranno infatti concentrati nelle fasce di reddito alte e si ridurrebbero fino ad annullarsi per i redditi medio-bassi. Il paradosso è che un contribuente, lavoratore dipendente, con un reddito lordo di 10 mila euro, condizione tipica dei giovani precari, subirebbe un rincaro nella tassazione.
Proviamo però a fare alcune considerazioni prendendo spunto da due regioni come la Campania e la Puglia. Sulla base dei dati forniti dal Ministero delle Finanze in Campania su un totale circa di 3 milioni e 200mila contribuenti circa il 95% risiede nella fascia da 0 a 40 mila euro di reddito. In Puglia, analogamente alla Campania, di fronte a poco più di 2milioni e 500 mila contribuenti il 95% risiede nella fascia da 0 a 40 mila euro di reddito. Si tratta della fascia di reddito meno beneficiata dalla Dual tax.
Considerando che la nuova imposta si applicherebbe sul reddito familiare, una famiglia composta da due lavoratori dipendenti con un figlio a carico e con un reddito lordo di 40mila avrebbe un risparmio di imposta intorno ai 500 euro. È da considerare però che dovrebbe rinunciare a buona parte delle detrazioni fiscali: per cui se quella stessa famiglia avesse usufruito, come è immaginabile, di detrazioni per spese mediche, spese sportive per il figlio a carico o spese di istruzione, solo per indicarne alcune, si troverebbe o nella medesima situazione di carico fiscale o addirittura in una condizione peggiorata.
Considerando che circa il 70% dei contribuenti dichiara sia in Campania che in Puglia un reddito tra zero e 20 mila la situazione descritta è assolutamente verosimile. Non abbiamo tenuto conto però che nel Mezzogiorno la numerosità delle famiglie monoreddito è sensibilmente superiore a quella delle aree del Centro Nord e dunque anche in questo caso il reddito lordo familiare di 40 mila euro non può essere considerato la norma assoluta. Dato confermato dal reddito medio procapite che in Campania si aggira all’incirca sui 17 mila euro, in Puglia circa 16 mila euro a fronte dei quasi 25 mila della Lombardia.
Nell’indagine compiuta dalla Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane si stima infatti che il reddito familiare medio del Sud del paese è di circa 23 mila euro.
Le analisi condotte finora concordano sul dato che i benefici veri della Dual tax si concentrerebbero per i redditi superiori agli 80 mila euro. Ad esempio un nucleo familiare composto da tre persone di cui un solo portatore di reddito lordo di 100 mila euro otterrebbe un risparmio di imposta di circa 16 mila euro annui. In Campania a beneficiarne sarebbero sicuramente 38 mila contribuenti, in Puglia 24 mila. Per la stragrande maggioranza degli altri il beneficio sarebbe modesto o addirittura nullo.
La voce.info, autorevole blog di economia, ritiene che la riforma porterà risparmi modesti per la classe media se confrontati con quelli della classe più ricca, che invece assorbirebbe più della metà del totale. Noi abbiamo aggiunto a questa analisi che, considerando la diseguale distribuzione dei redditi in Italia, il Sud del paese rimarrebbe a secco dalla più imponente e costosa riduzione fiscale dell’Italia repubblicana. C’è da aggiungere che nel periodo 20082013, la contrazione del Pil nel Mezzogiorno è stata più che doppia rispetto a quella del Centro-Nord. La perdita di occupazione nelle regioni del Sud è stata in media quattro volte superiore rispetto al resto del paese e che la spesa per interventi nazionali finalizzati allo sviluppo del Mezzogiorno è passato dallo 0.85% del Pil negli anni settanta allo 0.15 del 20112015.
Questa riforma se fosse accompagnata da una riduzione imponente della spesa pubblica nelle regioni meridionali rischierebbe di provocare un collasso sociale. Il reddito di cittadinanza sarebbe a quel punto solo un cerotto su una ferita destinata ad allargarsi.