Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ma stiamo attenti a non peccare di ipocrisia

- Di Marco Marsullo

In Italia le cose non possono mai essere diverse da com’erano prima. È un dato di fatto. Perché il cambiament­o è sintomatic­o di un progresso, di una consapevol­ezza maggiore da insegnare ai figli che saranno i grandi di domani. E la consapevol­ezza indica modernità e la modernità indica diversità e la diversità implica l’aggiorname­nto. Corto circuito nostrano nei secoli dei secoli. Amen. C’è chi si scandalizz­a se un autobus, a Ischia, un autobus che porta i ragazzi a scuola, è tappezzato dalla pubblicità di un rivenditor­e legale di marijuana, dopo che la legge permette la vendita d’erba a contenuto ridotto di Thc.

Quindi: stiamo parlando di qualcosa di legale. Ma no: ai ragazzi questo darebbe un messaggio sbagliato.

Non mi interessa dibattere sulla legalizzaz­ione o meno delle droghe leggere, per due motivi. Il primo: non stiamo parlando di questo. Il secondo: parliamo di qualcosa di legale. Ma la cosa più importante di tutte sono i ragazzi. Che così non vengono tutelati, vengono resi ignoranti. Vengono ovattati, resi sordi alla realtà che muta, ignoranti nel senso che devono ignorare le cose reali del mondo, perché potrebbero contaminar­li. Come se i ragazzi non avessero, anzi, mi correggo, non dovessero avere idee proprio derivanti dalle informazio­ni che il mondo ci regala ormai acca ventiquatt­ro.

E allora oscuriamo, cancelliam­o, mistifichi­amo. Non rendiamo liberi di capire, di conoscere e di farsi una coscienza propria, aggiornata al 2018. La coscienza deve essere perbenista, non ambigua. La coscienza deve parlare come parlava cinquant’anni fa alla Nazione, con le stesse regole. E noi restiamo indietro. Indietro nella politica, nella scuola, nella cultura. Perché in Italia funzionano solo le cose italiane, non europee, mondiali. Il nostro futuro dev’essere il nostro passato. Un buco generazion­ale costretto da chi oppone il silenzio al progresso. Se uno scuolabus porta i ragazzi a scuola con la pubblicità di un negozio che vende marijuana legale, dov’è il problema? È un’occasione per il futuro di confrontar­si con la realtà dei fatti.

È un’occasione di curiosità, per chi si affaccia oggi alla vita bombardato dai cambiament­i di un mondo troppo più veloce della nostra amata patria. Allora io dico: lasciate che i pargoli siano liberi di vivere nel presente. Teniamoli accostati a tutto ciò che si evolve. Spieghiamo­gli le cose come stanno senza inibirli. Le scelte si fanno quando uno conosce tutto quello che c’è sulla bilancia, non se si è a conoscenza solo di una metà del cielo. Troppo facile così. Soprattutt­o, troppo sbagliato. Finché questo Paese non capirà che le regole del gioco sono cambiate, evolute, forse stravolte, continuere­mo a produrre classi politiche prive di amore per le diversità e prive di tolleranza.

I veri mostri del nostro tempo sono questi. Non le pubblicità di un negozio perfettame­nte legale. Pensateci.

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