Corriere del Mezzogiorno (Campania)
E ora il sindaco incalza Salvini «Qui servono più poliziotti»
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris incalza il ministro dell’INterno Matteo Salvini.
«Adesso è a capo del Viminale, è necessario che ci mandi più poliziotti».
NAPOLI «Si fa tanta propaganda inutile e demagogia. Si cerca di portare il campo sul conflitto tra persone, invece la sicurezza aumenta se c’è il controllo democratico attraverso le forze di polizia. Salvini adesso non è solamente un parlamentare, è vicepremier e ministro dell’Interno. Quindi da chi fa il sindaco da sette anni e ha fatto il magistrato per quindici anni, chiedo al ministro dell’Interno di rafforzare gli organici delle forze di polizia altrimenti ci troviamo di fronte ad altro che non è particolarmente utile».
E due. Per i secondo giorno di fila, de Magistris attacca il nuovo ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Stavolta, però, partendo da una richiesta che, giura, sia «condivisa anche da molti altri sindaci».
Quello della sicurezza è un tema, spiega il primo cittadino, molto sentito e non solo a Napoli «anzi statisticamente la città sta in miglioramento anche rispetto ad altre città», e sul quale «mi piacerebbe avere un confronto col ministro dell’Interno così come sul tema delle autonomie».
De Magistris ha poi sottolineato come sia «un bel segnale che ci sia nel discorso inaugurale al Senato un’attenzione così alta per la lotta alla corruzione» dicendosi «sicuramente sono favorevole al rafforzamento delle pene e reputo assolutamente positivo dare la priorità alla corruzione». Ed ancora: «Per quanto riguarda Daspo e agenti sotto copertura bisogna aspettare i disegni di legge che verranno presentati, perche il Daspo detto così non vuole dire nulla». Il leader di palazzo San Giacomo fa riferimento all’intervento del premier Conte, nella parte in cui ha parlato di un inasprimento delle pene per i reati di corruzione, in particolare prevedendo l’introduzione di Daspo e agenti sotto copertura. «A mio avviso il Daspo ha il sapore di qualcosa che viene prima anche dell’accertamento del reato, ed è collegato spesso a provvedimenti di natura amministrativa. Quando un corrotto viene individuato va messo in galera. Semmai il tema è che in Italia in galera per corruzione non c’è andato quasi mai nessuno».
«Se questo è l’impegno del governo — ha concluso l’ex pm — per rafforzare gli organici delle forze dell’ordine e della magistratura, e quelli del comparto amministrativo per essere più rapidi ed efficaci nel contrasto alla corruzione, ben venga. Se poi ci sono anche strumenti di polizia giudiziaria che possono agevolare sicuramente è un impegno positivo. Se invece è solo una declaratoria di propaganda, non serve a nulla».