Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Nuova aggressione, medici sott’attacco
Cardarelli, il marito di una paziente picchia un cardiologo: la prognosi è di quindici giorni
Un pugno in pieno viso. È finita così la visita cardiologica del dottor Francarlo D’Isanto a una paziente in attesa di un intervento. Sfortunatamente per il medico, il diretto non è arrivato dalla signora, bensì dal marito, irritato per la richiesta di un ulteriore accertamento.
NAPOLI Un pugno in pieno viso. È finita così la visita cardiologica del dottor Francarlo D’Isanto ad una paziente in attesa d’intervento. Sfortunatamente per il medico, il diretto non è arrivato dalla signora, bensì dal marito, irritato per il fatto che il camice bianco si fosse «permesso» di chiedere un accertamento cardiologico prima di programmare una data per l’operazione. Così, arrivato a sessant’anni con la convinzione che essere scrupolosi fosse un dovere per ogni medico, il cardiologo ha subìto le conseguenze di questa sua idea. E dire che il conteggio delle aggressioni ai medici si era fermato da ormai cinque giorni, quasi un record visto l’andazzo delle ultime settimane.
Questa nuova violenza, avvenuta al Cardarelli, ha portato il conteggio sull’ormai tristemente nota pagina Facebook «Nessuno tocchi Ippocrate» a quota 41. Nelle parole del dottor D’Isanto, tutta l’amarezza per qualcosa che mai si sarebbe aspettato: «Questo pugno mi ha colpito anche nell’orgoglio. Stavo facendo attività ambulatoriale, un caso tutto sommato semplice. Mi sarei aspettato ogni cosa, tranne di trovarmi stordito sul pavimento, per di più per essermi preoccupato della salute della mia paziente». Già, perché il medico non si è neanche reso «colpevole» di una risposta sgarbata o di un’attesa troppo lunga. L’errore, evidentemente, è stato quello di aver prescritto un ecocardiogramma contro il volere del marito della paziente che, evidentemente, avrebbe voluto passare direttamente alla parte in cui si entra in sala operatoria. «Non essendo un caso urgente, quando quell’uomo mi ha chiesto i tempi ho risposto che avrebbe dovuto rispettare la lista d’attesa. Nulla che non rientrasse nella normale routine».
Tuttavia le cose sono andata poi a finire in maniera ben diversa dal solito, o almeno da come di solito dovrebbero andare. Fortunatamente, dopo l’aggressione il cardiologo è stato soccorso dai suoi colleghi. Messo in ambulanza è stato trasportato in pronto soccorso, dove ha ricevuto una prognosi di 15 giorni. Prima
” La vittima La violenza mi ha colpito anche nell’ orgoglio Facevo visite, un caso tutto sommato semplice
di andare via dall’ospedale, il medico ha comunque stretto i denti e ha prestato una consulenza richiesta per un paziente in sala operatoria. Il perché di quest’attenzione la dice lunga sullo spirito che anima i camici bianchi, nonostante il clima nel quale ormai sono costretti a lavorare. «Non volevo che il paziente, che con tutto questo non c’entra nulla – dice D’Isanto – dovesse aspettare il mio sostituto». Al suo ritorno a casa, il cardiologo ha dovuto raccontare alla moglie e al figlio il perché di quel livido in volto. Ha dovuto spiegare che fare il medico (ma anche l’infermiere o l’autista di ambulanza) è diventato molto pericoloso. «Nonostante quell’uomo non sembrasse pericoloso e – dice il medico - io avessi avuto nei suoi riguardi, anzi verso la moglie, la massima diligenza». Al medico, che ha sporto denuncia per quanto accaduto, è arrivata la solidarietà del direttore generale del Cardarelli Ciro Verdoliva che in un messaggio all’ospedale ha detto: «Temo che questa solidarietà ormai stia diventando un terribile appuntamento, quasi giornaliero, e veramente non è accettabile».
Solidarietà è arrivata anche dal presidente dell’Ordine dei medici Silvestro Scotti che sceglie di affidare il suo commento al social network. Su
Facebook scrive: «Forse per difenderci dovremmo far capire a tutti cosa significa non trovare più un medico, un infermiere o un operatore sanitario presente ad una richiesta d’assistenza». E provocatoriamente lancia l’hashtag #iononcè. È chiaro che quella del presidente Scotti è una provocazione, memore della polemica nata quando, con lungimiranza, aveva cercato di creare attenzione sul fenomeno della violenza sui medici. In quell’occasione l’aggressione si era rivelata solo una suggestione. Dettaglio irrilevante, visto che nei giorni successivi si è arrivati al più eclatante dei gesti: il sequestro di un’ambulanza con autista. Cose che a raccontarle sembra di essere ai confini della realtà.
Mi sarei aspettato ogni cosa, tranne di trovarmi stordito sul pavimento per essermi occupato della salute della mia paziente