Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Critiche anche dal «club» di Barcellona: cattivo gusto
Emilio Napoli, socio del locale: «Messaggio sbagliato, i giovani non vanno confusi ma educati»
«La pubblicità della cannabis sul bus degli studenti ad Ischia? È di cattivo gusto» Parola di Emilio Napoli, 38 anni, originario di Battipaglia, che dal 2013 è contitolare a Barcellona di Weed You, il cannabis social club dove consumare marijuana è assolutamente legale. Basta avere 21 anni d’età e assumersi le proprie responsabilità. Un’attività di cui Napoli, figlio di Roberto, noto medico, già senatore della Repubblica ed ex commissario dell’AgCom, va assolutamente fiero: «oltre ad aver consolidato un progetto sociale, da gennaio abbiamo intrapreso un progetto terapeutico che ci ha portato a collaborare attivamente con un ospedale pubblico di Barcellona».
Torniamo alla pubblicità sul bus, perché è di cattivo gusto?
«Alla base c’è un grande problema d’informazione o di disinformazione su cui si è creato un mercato, quello della cannabis light, che di fatto gioca sull’idea sbagliata che il cannabis in Italia sia legale, vendendo però di fatto canapa industriale».
Allora la preoccupazione della consigliera comunale è assolutamente fuori luogo?
«La cannabis light è un prodotto completamente legale in Italia e non credo sia sottoposta alla legge che ne vieta l’uso ai minori di 18 anni. Ragion per cui si potrebbe considerare fuori luogo o quantomeno eccessiva la preoccupazione della consigliera soprattutto perché le ragioni che presenta sono completamente prive di qualsiasi dimostrazione scientifica».
Non trova però che il messaggio per i giovani che non colgono la differenza tra cannabis legale e non sia comunque diseducativo?
«È su questo punto che bisogna insistere, i giovani non vanno confusi, al contrario andrebbero educati. Ecco perché trovo di cattivo gusto la scelta di un brand di cannabis light per questo tipo di trasporto così come troverei di cattivo gusto uno sponsor stile McDonald».
Allora alla fine condivide o no la preoccupazione della
consigliera comunale?
«Personalmente condivido la preoccupazione della consigliera anche se non condivido le ragioni che espone, le ritengo eccessive. Credo che sia una questione anche di sensibilità sociale».
Cosa ne pensa dell’attività che svolge a Barcellona suo padre che da medico è un salutista e da politico ha militato anche nella Dc ?
«Mio padre mi ha sempre appoggiato fin da piccolo in qualsiasi progetto, non ha mai imposto a noi figli cosa fare e ci ha sempre insegnato a pensare e a scegliere il nostro cammino. Credo sia molto fiero della mia attività».
Il suo sogno è ancora oggi aprire un cannabis social
club anche in Italia?
«Purtroppo con un governo come quello che abbiamo ora la vedo difficile per tutte le politiche sociali in generale. Per quanto riguarda una possibile futura legalizzazione staremo a vedere. Di fatto l’industria cannabica oggi ha una forza in Italia che non aveva pochi anni fa. Il fatto che ci siano già aziende che generano posti di lavoro, pagano tasse e generano fatturati importanti potrebbe cambiare gli scenari e far intravedere possibilità fino ad oggi impossibili da immaginare. Ma tocca aspettare. Una cosa è certa, il cannabis non credo sia nelle priorità di questo governo.