Corriere del Mezzogiorno (Campania)
In Belgio falsa mozzarella di bufala Nei supermarket a trenta euro al chilo
La frode smascherata dal Consorzio di tutela, interviene il ministero dell’Agricoltura
NAPOLI Ancora una conferma dell’appeal della mozzarella di bufala campana, oggetto di numerosi tentativi di imitazione fraudolenta; ma anche della rassicurante constatazione dell’efficacia dei controlli finalizzati a evitare che la vera mozzarella dop possa essere confusa con formaggi di dubbie provenienza e qualità. Stavolta ci hanno provato in Belgio. Nel reparto di gastronomia di un’importante catena di supermercati di Bruxelles sono state ritrovate confezioni di formaggio fresco di origine tutt’altro che garantita, etichettate con la denominazione «mozzarella di bufala campana», la cui tutela come è noto è garantita dall’Unione europea dal marchio Dop. Questi prodotti, come si dice, non sono tracciabili, cioè non se ne può ricostruire l’origine, dunque non offrono alcuna garanzia per il consumatore. Ma non è tutto: la sedicente mozzarella veniva prodotta in loco e venduta al pubblico al prezzo esorbitante di 30 euro al chilo. Ma nonostante, sembra proprio il caso di dirlo, il confezionamento accattivante, la truffa è stata smascherata. L’irregolarità è emersa nell’ambito del monitoraggio dei mercati esteri effettuata dal Consorzio di tutela della mozzarella dop in sinergia con gli omologhi soggetti che perseguono la tutela del Parmigiano reggiano, del Grana Padano, dell’Aceto balsamico, del Prosciutto di parma e del Proresponsabili. secco doc. Subito dopo aver riscontrato il maldestro tentativo di imitazione e l’utilizzo fuori legge della denominazione è stata effettuata la segnalazione all’Ispettorato centrale qualità e repressione frodi del Ministero delle Politiche agricole, che, a sua volta ha avviato la procedura d’ufficio, prescritta dall’Unione europea in base alla quale viene tirata in ballo la responsabilità diretta di ogni stato membro. Nel frattempo, le indagini vanno avanti per smascherare eventuali nuovi illeciti. Oggetto di valutazione, naturalmente, anche le azioni giudiziarie da mettere in campo contro i Il sistema dei controlli ha tenuto. Ne prende atto con soddisfazione il direttore del consorzio di tutela della Mozzarella di bufala campana dop Pier Maria Saccani. «Questa nuova operazione - commenta - conferma che il piano di monitoraggio congiunto in tutta Europa funziona e dà risultati importanti per la tutela delle eccellenze». Fin dal momento del suo insediamento il manager di origine emiliana è stato un convinto assertore della cooperazione nell’attività di controllo del mercato. Nel 2017 il patto sulla vigilanza all’estero tra i consorzi di tutela ha permesso di effettuare verifiche in 460 punti vendita in 9 paesi europei (Austria, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Regno Unito, Spagna e Svizzera). Notevole il patrimonio di dati e informazioni acquisiti. Per due volte si è arrivati all’attivazione ex officio della tutela. Si è accertato che circa il 50 per cento dei prodotti in commercio riportavano denominazioni improprie. I controlli hanno altresì evidenziato che in molti caso i prodotti “taroccati” erano collocati sugli scaffali proprio a fianco della mozzarella dop. E proprio questa circostanza rende l’idea della capacità seduttiva del latticino bufalino.«Il monitoraggio nell’Ue sottolinea il presidente del consorzio Domenico Raimondo - è innanzitutto una garanzia per i consumatori. Continueremo a investire in questo modello di collaborazione».
Le sanzioni
Il regolamento comunitario prevede responsabilità a carico dei singoli Stati
Le denunce
È molto probabile anche un’azione di tipo giudiziario per l’accaduto