Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Scampia, una stazione per Caruso Ma è già dedicata a Felice Pignataro

Il Gridas rivendica l’intitolazi­one: «Si ignora che ormai arrivano i turisti ad ammirare i suoi grandi graffiti»

- Di Mirella Armiero

NAPOLI Enrico Caruso non trova pace a Napoli: la sua memoria è misconosci­uta proprio nella città che gli ha dato i natali. La sua casa non diventa museo, il suo busto viene spesso vandalizza­to. La soluzione? Intitolarg­li la stazione della metropolit­ana di Scampia-Piscinola, con la creazione di una sorta di galleria museo. Ma la proposta è destinata a scontentar­e molti, e a buon diritto. Il fatto è che quella stazione un «nume tutelare» ce l’ha già, e di prim’ordine. Si tratta di Felice Pignataro, autore di splendidi murales proprio nel territorio di Scampia e fondatore del Gridas, il centro sociale che organizza ormai da decenni il Carnevale di Scampia. Una manifestaz­ione di riconosciu­to valore sociale e artistico, che richiama nella periferia di Napoli nord partecipan­ti da tutto il resto della Campania e anche da molte città d’Italia.

A tutelare la memoria di Pignataro è oggi la moglie Mirella La Magna insieme con le figlie. E sulla pagina Facebook del centro sociale è apparso un duro atto di accusa contro le istituzion­i. Prima di tutto il Comune di Napoli, colpevole di aver proposto la nuova intitolazi­one. «Con tutto il dovuto rispetto per Caruso», scrivono, «ci sembra assurdo che non si sappia che da cinque anni quella stazione è dedicata a Felice Pignataro, ribattezza­ta dal settembre 2013 FeliMetrò, parafrasan­do il corto di Désirée Klain “Perimetrò” che conteneva l’intervista a Felice».

«La stazione —spiegano ancora dal Gridas — è caratteriz­zata dalle gigantogra­fie di murales, carnevali, locandine che hanno fatto la storia di Scampia». Intitolare la stazione a Felice Pignataro è stato quindi un «contributo dal basso» alla metropolit­ana dell’arte, nel quartiere più denigrato d’Europa. «Si ignora che frotte di turisti vengono ormai in modo sempre più frequente a Scampia, in tour gratuiti, con la guida di Mirella La Magna, e ammirino queste opere, spesso in visite organizzat­e e inserite nella pro- grammazion­e della Metropolit­ana di Napoli». E se la stazione in questione è stata fortemente voluta dal quartiere, il Gridas ne rivendica il valore sociale e culturale. Osservando che in altre più blasonate stazioni nessuno avrebbe mai pensato di togliere le opere degli artisti collocate all’apertura per metterne altre. «L’origine “dal basso” ha anche tutelato, senza bisogno di sorveglian­za, la stessa esistenza dei lavori: i pannelli messi nell’atrio e sulle scale sono intatti, nessuno li ha mai vandalizza­ti. Il nostro progetto era molto più ampio, riguardava gli spazi esterni, la stazione sottostant­e della MetroCampa­nia, ma rimpalli di competenze, interruzio­ne di lavori già annosi rischiavan­o di rendere l’attesa interminab­ile. Senza sapere che il nostro progetto dal basso sarebbe stato poi ignorato dagli amministra­tori successivi, in completo scollament­o con una realtà cui sono del tutto estranee. Speriamo di aver capito male e confidiamo in una rettifica».

Intanto oggi alle 16 appuntamen­to in piazza Dante, per sostenere le ragioni del Gridas in una parata pubblica.

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Opere Sopra, la metro di ScampiaPis­cinola Sotto, Felice Pignataro mentre dipinge
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Artista Felice Pignataro

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