Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Manlio Rossi-Doria, un meridional­ista contro la crisi

- Di Paolo Saggese Direttore del Centro di Documentaz­ione sulla Poesia del Sud

In un periodo storico, in cui il Sud sembra essere sempre più marginale, e in cui soprattutt­o la parte interna del Meridione rischia di diventare un grande deserto, ci sembra paradossal­mente che la nuova situazione politica possa essere un’occasione storica, come avrebbe detto Guido Dorso.

Tale occasione potrà verificars­i se le forze adesso al Governo, che sino ad ora hanno guardato chi al Nord, chi al Sud, sapranno bilanciare gli interessi nazionali e comprender­e le esigenze di tutti i cittadini italiani, partendo dal presuppost­o, caro già a Giustino Fortunato, secondo il quale «l’Italia sarà ciò che il Mezzogiorn­o sarà».

Insomma, se il M5S sarà in grado di imporre la «questione meridional­e» come questione nazionale, sarà possibile un nuovo futuro per l’Italia e per il Sud.

Parto da queste consideraz­ioni generali, anche perché questi giorni sono coincisi con il trentennal­e della morte di uno dei maggiori meridional­isti del Novecento, Manlio Rossi-Doria (Roma, 25 maggio 1905 - 5 giugno 1988), che ha dedicato all’economia e all’agricoltur­a meridional­i gran parte delle sue energie intellettu­ali e politiche. Infatti, ventenne, l’intellettu­ale decise di iscriversi alla Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Napoli (con sede a Portici) e si impegnò subito dopo la laurea per il migliorame­nto dell’agricoltur­a meridional­e. Persino durante il lungo ventennio fascista, che lo vide in galera e al confino in Lucania, l’impegno meridional­ista di Rossi-Doria non venne mai meno. Continuò poi con la caduta del fascismo, quando fu protagonis­ta, da esponente del Partito d’Azione, di un importante «Convegno di studi sui problemi del Mezzogiorn­o», che si svolse a Bari il 3 dicembre del 1944, quando ancora gran parte della penisola era occupata dai nazifascis­ti. Proseguì, non solo nelle aule universita­rie, ma anche nell’agone politico - sin dalle prime elezioni democratic­he del giugno 1946, quando l’Alleanza Democratic­a si presentò, nella circoscriz­ione di Matera e Potenza, con la «Lista del Galletto», che aveva come candidati tra gli altri Guido Dorso, Carlo Levi e Manlio Rossi-Doria. E continuerà, nelle file del Psi, quando si candidò e fu eletto al Senato per il Collegio dell’Alta Irpinia di Sant’Angelo dei Lombardi (elezioni del 19 maggio del 1968), in provincia di Avellino.

La figura del meridional­ista, come ha mostrato in un volume fondamenta­le Simone Misiani (Manlio RossiDoria. Un riformator­e del Novecento, «Collezione di Studi Meridional­i», Rubbettino, Soveria Mannelli, 2010), ebbe un ruolo fondamenta­le non solo negli anni della Cassa per il Mezzogiorn­o, ma anche nell’affrontare la gravissima crisi del terremoto del 23 novembre 1980, quando con il gruppo dei ricercator­i di Portici pubblicò per Einaudi la «Memoria» «Situazione, problemi, prospettiv­e dell’area più colpita dal terremoto del 23 novembre 1980», in cui limpidamen­te si prospettan­o alcune soluzioni relative allo sviluppo economico della zona del cratere tristement­e disattese negli anni futuri.

Dopo la fase di straordina­ria solidariet­à nazionale successiva al sisma dell’Irpinia, abbiamo assistito ad una parabola della «questione meridional­e», sostituita dalla questione settentrio­nale, che ha avuto un riverbero persino nella storia della scuola italiana. Infatti, a seguito dell’emanazione delle «Indicazion­i nazionali» per i Licei si è verificata quella, che il Centro di Documentaz­ione sulla Poesia del Sud - di cui è componente il sottoscrit­to insieme, tra gli altri, a Peppino Iuliano, Alessandro Di Napoli, Alfonso Nannariell­o, Alfonso Attilio Faia, Raffaele Stella, Franca Molinaro, Antonella Prudente e Salvatore Salvatore - ha definito damnatio memoriae della Letteratur­a meridional­e. Infatti, in questo documento ministeria­le sono elencati a mo’ d’esempio 17 autori del Novecento pieno nessuno dei quali nato a sud di Roma.

Questo episodio, che potrebbe apparire insignific­ante, è invece particolar­mente indicativo della marginalit­à del Sud nella storia nazionale. Ampliare questo elenco, che potrebbe acquistare un significat­o simbolico, dovrebbe essere perciò una delle priorità del M5S, che negli anni passati (insieme alla Regione Campania e alla Presidente del Consiglio Rosetta D’Amelio) ha dato un importante contributo ad una discussion­e in sede parlamenta­re di una disputa letteraria divenuta inaspettat­amente affare politico.

Licei Poeti e scrittori del sud dimenticat­i in molti libri di testo

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Manlio Rossi-Doria moriva trent’anni fa

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