Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Cabina per Bagnoli ai pentastellati (se non sarà eliminata)
Ore decisive per l’eredità di De Vincenti Commissariamento, attesa per le scelte M5S
Fatto il governo, cresce
NAPOLI l’attesa per il futuro di Bagnoli. Luigi Di Maio, più volte, ha detto di essere «contrario al commissariamento dell’area» e di voler «tornare ai poteri ordinari».
Sull’argomento, però, sembra essere calato il sipario. A palazzo San Giacomo, dove da sempre hanno avviato una battaglia durissima, a suon di carta bollata, non sembra esserci voglia di spingere sull’acceleratore: in questa fase, infatti, nel bel mezzo dei bandi e dell’avvio della bonifica, la gestione commissariale è decisamente utile. È storia, infatti, che Bagnoli sia una patata bollente e stabilire il tutto con i poteri del governo è cosa di non poco conto. De Magistris lo sa, De Luca anche. Tutti lo sanno. E lo sa anche Di Maio, che non ha ancora deciso il da farsi. E non solo.
Eventualmente, saranno comunque i Cinquestelle a governare politicamente il processo. La presidenza della Cabina di regia, infatti, finora affidata al ministro del Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, che l’ha governata in momento di bufera piena sempre con grande diplomazia, se venisse riaffidata all’attuale ministro per il Sud, si tratterebbe della Grillina Barbara Lezzi. Se, invece, come in tanti ipotizzano, la gestione andasse al responsabile dello Sviluppo Economico — a cui farà riferimento anche Invitalia, che è il soggetto attuatore di Bagnoli — sarà direttamente Luigi Di Maio a presiedere la cabina di regia. Cabina nella quale da un po’ di tempo è tornato a sedere anche il sindaco di Napoli, che col governo ha siglato un protocollo d’intesa per la riqualificazione dell’area che ha recepito sostanziallazzo mente tutte le indicazioni del Municipio su Bagnoli. Anche per questo, il tasso di litigiosità tra de Magistris e Salvo Nastasi, commissario di governo, è sceso al minimo storico, con i due che sembrano ora lavorare fianco a fianco in piena sintonia. Occorrerà però vedere l’effetto-M5s cosa genererà. Nastasi, infatti, ha più volte ricordato che il suo mandato «non è in scadenza con quello del presidente del Consiglio» ma che «comunque» essendo stato nominato dal governo — lui che è anche vicesegretario generale della presidenza del Consiglio — «da funzionario dello Stato mi atterrò a quanto stabilirà il governo».
Per come stanno le cose, inoltre, non solo occorrerebbe una modifica normativa, cioè la cancellazione dell’articolo 33 dello «SbloccaItalia», ma l’eventuale ritorno ai poteri ordinari presupporrebbe un po’ di tempo. Questa, almeno, è una scuola di pensiero. A Pa- San Giacomo, invece, seppure non ufficialmente, tutti si dicono prontissimi al ritorno ai poteri ordinari. Si vedrà. Anche perché il lavoro burocratico sul futuro di Bagnoli — molto articolato — sta procedendo. Mentre la bonifica della parte più grande dell’area attende il dissequestro dei suoli per decollare realmente.
Intanto si attendono le decisioni della Corte costituzionale che il 22 maggio scorso ha cominciato a discutere — la decisione si dovrebbe avere a breve — sul ricorso che il Comune, tramite il Tar, sostenendo che il ruolo dell’amministrazione cittadina non potesse essere relegato a mero componente della Cabina di regia. Il resto, invece, visto che il governo ha recepito integralmente le richieste di modifica del «progetto Bagnoli» targato Renzi, non sarebbe più oggetto del contendere. Almeno così pare.