Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Faccia a faccia riservato con Profumo e De Gennaro Piani strategici per crescere
L’abbraccio degli operai e all’esterno il presidio della Jabil
NAPOLI L’incontro a porte chiuse tra il ministro del Lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, l’ad di Leonardo, Alessandro Pofumo ed il presidente della holding, Gianni De Gennaro, doveva durare fino alle 7,40 di ieri mattina secondo i programmi. Ma alla fine i tre si sono intrattenuti al primo piano dell’ufficio della direzione dello stabilimento Leonardo di Pomigliano ben 20 minuti in più.
Cosa si sono detti? Si è parlato sostanzialmente del futuro di questo gruppo e del sostegno che avrà dallo Stato per poter crescere ulteriormente e garantire gli attuali organici nei vari siti industriali, ma con particolare attenzione di quelli localizzati tra Campania e Puglia.
Per Di Maio la prima visita ufficiale in una grande azienda da quando ha giurato come ministro è stata un successo. Nel suo tour all’interno dello stabilimento dell’ex Alenia di Pomigliano, la sua terra d’origine, Luigi Di Maio è stato infatti accolto con calore dagli operai del sito, in fila per farsi un selfie o stringergli la mano.
Poi ha anche avuto un rapido scambio di idee con i rappresentanti del consiglio di fabbrica che hanno chiesto espressamente di parlare con lui prima che terminasse la visita.
All’interno di una delle fusoliere in cui è stato accompagnato dai vertici di Leonardo, il capo missione Atr in persona ha illustrato al ministro tutti i pregi dell’aereo regionale leader sul mercato mondiale.
Di Maio per salire sulla fusoliera in lavorazione ha dovuto indossare il casco di protezione. «È stato un incontro piacevole — ha commentato al termine della visita da perfetto padrone di casa il numero uno di Leonardo, Alessandro Profumo — abbiamo presentato al ministro la nostra azienda, le nostre competenze e siamo certi che saremo sostenuti in modo concreto dal governo». «Siamo impegnati fortemente sugli stabilimenti campani per migliorare la qualità — ha aggiunto Profumo — e crediamo che possano ancora crescere in futuro sui programmi in essere».
Poi anche un fuori programma conclusivo, con l’uscita dallo stabilimento in direzione Roma dell’auto con il ministro che dopo aver percorso pochi metri all’esterno dei cancelli di Leonardo ha arrestato la propria marcia perché c’era un gruppo dei lavoratori dello stabilimento Jabil Circuit Italia di Marcianise che manifestava.
Di Maio li ha voluti incontrare immediatamente. «Avete tutto il mio sostegno, conosco bene le criticità delle aziende del Sud», ha detto loro il ministro. I manifestanti avevano esposto uno striscione fuori all’impianto per denunciare che 250 dipendenti dell’azienda sono a rischio licenziamento. «Siamo persone che meritano di essere rispettate, come tutti gli italiani — ha spiegato un lavoratore al ministro anticipando a Di Maio che il prossimo 12 giugno una delegazione di lavoratori dell’azienda lo incontrerà al dicastero del Lavoro a Roma — lei deve continuare a sostenerci come territorio e insieme controllar e il progetto di reindustrializzazione che la Jabil deve portare avanti».
Sos da Marcianise
I dipendenti in lotta hanno illustrato le loro ragioni e chiesto tutela