Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Jovanotti: «Yes I know my way» E il San Paolo esplode per Pino
Da Ranieri a De Gregori, da Ramazzotti a Giorgia: cinque ore di emozioni
NAPOLI È il momento tanto atteso, quello che tutti aspettavano. Ore 20,37. I 45mila dello stadio San Paolo (sold out) appena le luci si spengono iniziano a intonare all’unisono «Pino Pino». Per chi c’era la sensazione è la stessa di quel live del lazzaro felice con Jovanotti e Ramazzotti nella stessa location il 13 giugno del 1994, quando però tutti allora gridarono «Massimo, Massimo», salutando l’amico Troisi scomparso da pochi giorni.
E proprio Massimo apre virtualmente l’evento, attraverso filmati dedicati alla sua amicizia col mascalzone latino. Subito dopo l’esplosione con Jovanotti e la sua «Yes I know my way» in duetto virtuale con Pino. Pino è, anzi: Pino c’è. Pino è ovunque nei pensieri della sua gente che dalla mattina ha affollato Fuorigrotta intonando le sue canzoni, diffuse dalle radio di tutti i bar e i locali della zona.
Pino è sui volti di tutti e nel cuore dei suoi amici-colleghi che, riuniti sul palco, lo celebrano interpretando il suo canzoniere. I telefonini si illuminano d’un tratto, sostituendo i vecchi accendini, generando un effetto ottico di grande suggestione.
Migliaia di lucciole artificiali intente a immortalare un momento, un attimo, quasi a voler prolungare o meglio fissare il piacere oltre il termine dell’evento. Un pubblico eterogeneo, accorso per celebrare l’arte di uno dei figli più nobili di questa città. Il palco dello Stadio San Paolo diventa epicentro di ritmo e suoni. Ci sono i suoi amici storici: James, Tullio, Toni Esposito, Avitabile, Gragnaniello, Gigi De Rienzo, Rosario Jermano, Agostino Marangolo, Ernesto Vitolo.
C’è la Napoli che canta, quella di Teresa de Sio, della Nuova Compagnia di Canto Popolare, di Massimo Ranieri, di Clementino; la Napoli che calca i teatri (Vincenzo Salemme, Alessandro Siani, Enzo Decaro, Mariangela D’Abbraccio). E ci sono gli amici e gli artisti che nel corso degli anni hanno incrociato la loro musica con la sua. Jovanotti ed Eros infiammano lo stadio con la loro versione di «A me me piace ‘o blues». Massimo Ranieri emoziona tutti con «Cammina cammina» e poi duetta con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro in «Sicily», Venditti gli dedica «Notte prima degli esami», De Gregori con Enzo Avitabile «Generale», brano amato da Pino e il classico «Anema e core».
Avitabile prosegue con «Tutta nata storia». Baglioni «Allerja» solo piano e voce. Giorgia «Questo immenso», Irene Grandi «Se mi vuoi», Mario Biondi e il Volo «Notte che se ne va», Clementino «’Na tazzulella e cafe’», la Nannini con Elisa «Je so pazzo», la De Sio, Antonacci, Renga, Amoroso, Emma, Vanoni, Tiromancino, ... 5 ore di musica, 50 artisti impegnati in duetti e crossover.
È l’una e un quarto del nuovo giorno, il concerto volge al termine. Nell’ aria si diffonde «Napule è»: tutti cantano con Pino. Gli amplificatori e le luci si spengono. Lo show lascia ai presenti un senso di appagamento, di commozione e in molti gli occhi ancora lucidi, e prosegue nella condivisione e confronto dei commenti verso l’uscita della piazza.
Tra questi il sindaco de Magistris che commenta: «Pino per noi napoletani rappresenta l’eternità della musica». Il pubblico defluisce dall’area,
Il teatro sul palco
Da Salemme a Siani, da Enzo Decaro, a Panariello e Mariangela D’Abbraccio
ordinato, facendo un vero e proprio slalom tra le decine di ambulanti apparsi velocemente dal nulla con tanto di bibite, pizzette, graffe, brioches, caffè caldo e freddo nei termos, cuoricini luminosi.
Molti canticchiano ancora; ciascuno la canzone del cuore. La sensazione è quella che si respira alla fine di una festa con la consapevolezza di aver assistito a un concerto che resterà fisso indelebile nella mente e nel cuore, uno di quelli che ci troveremo in futuro a raccontare perché a dirla con le parole del lazzaro felice: «La vera musica è mariola, s’arrobba a vita sona ed emoziona».