Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Gli ambientalisti: siamo felici, la giustizia è arrivata a Gradola
«L’ecomostro alla Grotta
CAPRI Azzurra non lo vogliamo». Questa la dura reazione di Legambiente Capri alla notizia del sequestro preventivo dell’ex Lido Nettuno.
Gli ambientalisti del circolo isolano del Cigno Verde sono stati i primi a scendere in campo e denunciare l’inizio dei lavori che hanno completamente trasformato il volto di un pezzo di Capri. «Plaudiamo all’attività investigativa della Procura di Napoli ed al lavoro della guardia di finanza e della Capitaneria – dicono in una nota - hanno portato al sequestro dell’enorme ex stabilimento balneare Lido Nettuno tramutato in un residence adiacente ai resti archeologici di Villa Gradelle e alla famosa Grotta Azzurra di Capri».
A lanciare l’allarme, nel 2014, fu proprio Legambiente che denunciò a tutti gli enti di tutela e controllo del territorio quegli interventi di restyling che, pur avendo autorizzazioni, andavano contro la tutela, i vincoli ed il paesaggio dell’isola di Capri. La battaglia degli ambientalisti isolani puntò i riflettori proprio sulle concessioni, chiedendo l’intervento del prefetto di Napoli per sollecitare le risposte ai quesiti posti alle soprintendenze sui lavori di costruzione del resort extralusso.
«Siamo soddisfatti perché la giustizia è arrivata a Gradola dopo nostre denunce reiterate, scontenti per il disastroso epilogo di un territorio tra i più delicati e vincolati dell’isola di Capri, che è stato compromesso da indubbi atti edilizi, a nostro avviso, di speculazione paesaggistica – ha detto Nabil Pulita - abbiamo subito vessazioni per le nostre denunce, ma come ci indica la giustizia di stato, avevamo ragione».
«Nel comunicato della Guardia di Finanza – aggiungono dal circolo - apprendiamo di 17 denunciati, una rete di connivenze che deve essere smantellata per il bene della legalità e della nostra amata isola di Capri, che continueremo a difendere con i denti da speculazioni e devastazioni, per dare un futuro migliore a noi e ai nostri figli».
Il circolo di Legambiente conclude: «Non molleremo di un centimetro e saremo pronti se necessario ad essere ancora in prima linea».
L’accusa
È emersa «una rete che deve essere eliminata per il bene dell’amata isola»