Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lezioni per mamme che vogliono crescere le figlie al riparo da stereotipi

- Di Flavio Pagano

Come se tu non fossi femmina (Mondadori, 170 pagine, 16 euro), è l’esordio letterario di Annalisa Monfreda, barese trasferita­si a Milano. E il sottotitol­o va subito al cuore: Appunti per crescere una figlia.

Un cuore di donna e di madre quello che la giovane direttrice di «Donna moderna» – dove cura anche un filo diretto con i lettori che costituisc­e un autentico osservator­io dell’evoluzione del ruolo della donna nella nostra società – mette a nudo e al servizio di un delicato magistero: superare gli stereotipi di genere, così tenaci soprattutt­o al Sud, per insegnare alle nostre figlie una prospettiv­a nuova: «Vivere come donne che si sono dimenticat­e di essere donne».

Essere donna, malgrado gli indiscutib­ili progressi degli ultimi anni, è ancora difficile. E il libro ci accompagna lungo questo cammino iniziatico, complesso e delicato, con uno stile asciutto che una grande facilità di metafora rende brillante, mentre pagina dopo pagina ci accorgiamo di essere partiti anche noi alla ricerca di quello che Carlos Castañeda chiamava «il proprio posto nel mondo».

Come se tu non fossi femmina racchiunde in sé molti generi: è un racconto on the road, così caro alla letteratur­a americana, ma anche di formazione.

Una madre in viaggio con le sue due figlie. Davanti a loro il mondo: ma un altro mondo ce l’abbiamo dentro, e allora bisogna mettere tutto in sincronia, per vivere davvero. Per la Monfreda chiave di questa sincronia e una parola magica: desiderio.

Ce lo dicono le prime parole del Prologo che apre il libro: «Lezione numero uno, la più importante: non perdete mai la strada del desiderio».

Perché «i desideri vanno perseguiti», dice l’autrice, «ma non i sogni, dei quali anzi bisogna diffidare». E ancora: «La bellezza non è perfezione, ma verità. Quello che le nostre figlie dovrebbero inseguire nello specchio, con o senza l’ausilio del make-up, non è la vicinanza o la lontananza di un particolar­e modello, ma la messa in scena migliore della loro autenticit­à».

Un libro illuminant­e per gli uomini, ma prezioso per le donne. Un richiamo alla sostanza della bellezza, alla ricerca della sua autenticit­à, del suo valore spirituale. Un messaggio che vale oro, in un’epoca in cui dopo il clamore del royal wedding tante ragazze corrono dal chirurgo plastico perché vogliono il naso alla Megan.

Per ricordarci che amare è più importante di essere amati, e che la cosa più importante, quella nella quale dobbiamo cominciare a credere fin da piccoli, è la nostra libertà.

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La copertina del libro di Annalisa Monfreda

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