Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Le video-installazioni di Franz Cerami per il congresso Uil
L’artista digitale prosegue il viaggio urbano attraverso le sue video-installazioni Stavolta la sede scelta per le opere in movimento è quella della Uil in via Ferraris «Voglio raccontare il canto delle fondatrici di un’Europa aperta, libera, donna»
Tornano in città le videoinstallazioni di Franz Cerami, dopo le incursioni nel cortile del Madre, sulle pareti del Castel dell’Ovo e in via Galileo Ferraris.
L’artista digitale, professore di Retorica e Storytelling digitale all’Università Suor Orsola Benincasa, prosegue il suo viaggio urbano nelle periferie scegliendo i Quartieri Spagnoli e di nuovo via Ferraris (in particolare la sede della Uil) per le sue opere in movimento, racchiuse stavolta in un’installazione permanente.
L’occasione è data dal 12° Congresso della Uil Campania che domani e dopodomani si terrà alla Mostra d’Oltremare e che girerà, ovviamente, attorno ai temi del lavoro e dei diritti, ma soprattutto all’accoglienza e all’integrazione dei popoli, alla base del progetto di Cerami, diviso in due fasi. Si parte con le installazioni di videomapping sulla facciate di alcuni palazzi dei Quartieri Spagnoli e si arriva fino ai tunnel della periferia. Si tratta di vere e proprie incursioni notturne che riproducono immagini coloratissime e di grandi dimensioni e che creano un immediato effetto di stupore e meraviglia. Ogni donna è ritratta in video e poi lavorata a mano da Cerami che fonde il disegno a olio e grafite e il lavoro con i pennelli digitali in un’unica opera. Ne viene fuori tutto un mondo affascinante fatto di colorate immagini ricche di rimandi a culture, religioni e donne di altri mondi, con i loro usi e costumi.
Il secondo step è dato dall’esposizione permanente di quattro ritratti stampati su vetrofania e posizionati nelle vetrine della sede storica della Uil di via Ferraris, che rappresentano di fatto la porta di ingresso della città entrando dall’autostrada, dall’hinterland e dalla periferia industriale; all’interno di ciascuna vetrofania, completa l’opera, un mini monitor dove le migranti si animano. Anche in questo caso ogni donna è stata prima ritratta in video e poi dipinta a mano, avvolta da una serie di filamenti animati che brillano di un’aura e di un mistero antico e contemporaneo. Qui i temi dell’immigrazione e dell’accoglienza vengono dunque trattati attraverso il linguaggio dell’arte e della bellezza, in un luogo simbolo dell’approdo e della partenza fra la Stazione Centrale e le autostrade, degradato e mai come oggi bisognoso di attenzioni oltre che di una necessaria rivalutazione urbana.
«Migrant Sirens» di Cerami (che ha recentemente donato un’opera sul tema al cardinale Crescenzio Sepe) intende raccontare l’identità contemporanea delle comunità di donne migranti e offrire un nuovo modo di narrare le persone e le loro storie, che fonde l’arte manuale del dipinto con la tecnologia. Che è in sintesi è il lavoro del nostro artista digitale.
«”Migrant Sirens” - dice Cerami - è il canto delle fondatrici di una nuova Europa aperta, libera, donna. E le donne migranti sono belle perché altro da me, da noi. Vengono da lontano. Portano storie, colori, odori, sapori, sorrisi pianti balli lontani. Siamo tutti migranti. Oggi. Ieri. Domani. Il diritto alla migrazione è il diritto allo spostamento, alla curiosità, alla bellezza, alla creazione. Il diritto di sognare e di essere sognati».