Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Giochi senza barriere» La disabilità chiede sorrisi e diritti
Domani la kermesse alla Mostra, in campo 500 volontari Il mondo dell’handicap è ancora oggetto di rimozione sociale
Come raccontare una manifestazione così potente ed al tempo stesso delicata come «Giochi senza barriere»? La tentazione più forte è ricorrere ai numeri: oltre 65 bus prenotati, più di 40 associazioni coinvolte e 5.000 pasti sarebbero sufficienti a dare la misura di un evento speciale.
Vorrei essere capace di descrivere l’entusiasmo della squadra che progetta, definisce e supporta una manifestazione come quella che domani si svolgerà nella mostra d’Oltremare per il quattordicesimo anno consecutivo. Si tratta di un gruppo di almeno 100 persone, rigorosamente ed orgogliosamente volontari, che mettono in scena forse il “più grande spettacolo”
(cit. Jovanotti) di solidarietà e diritti che la nostra città è capace di offrire. Qualche volta mi soffermo a pensare quanto costerebbe una manifestazione come la nostra. E sorrido.
Quanto vale in questo mondo capovolto una festa nella quale i padroni di casa sono i disabili e le loro famiglie? Forse gli oltre 25.000 visitatori e la disponibilità di polizia di Stato, polizia municipale, Guardia di finanza, vigili del fuoco, Accademia aeronautica affianco al dipartimento di architettura ed il Cnr non rendono la straordinaria alchimia di una festa speciale. Ed allora è bello sottolineare che a «Giochi senza barriere» l’unico obbligo per i 500 volontari è il sorriso. Un sorriso ostinato che vuole dire: «Se oggi è possibile, perché non anche domani e poi dopo domani». Un sorriso che significa io ci sono e ci sono perché è giusto esserci. Ma sarebbe riduttivo e semplicistico pensare ad un evento così straordinario senza ricordare che la disabilità ed i disabili sono costantemente oggetto di una rimozione sociale che è prim’ancora psicologica.
E’ scontato ma non per questo meno significativo ricordare che i modelli di riferimento della nostra civiltà (?) sono antitetici ai disabili e più in generale a chi fa più fatica a vivere. Così «Giochi senza barriere» appare come una bomba di gioia in una società sempre più buia. La nostra festa non a caso si chiama più compiutamente «Giochi senza barriere, diritti alla festa». Diritti che devono essere affermati, difesi, urlati con sempre maggiore tenacia. Noi lo facciamo da oltre 14 anni. Oggi che la lotta politica sembra più volte deragliare nella rissa ci sembra opportuno ribadire che i disabili, e soprattutto i più deboli, hanno bisogno di cittadini che sappiano scegliere da che parte stare. Domani alla Mostra d’Oltremare chiunque parteciperà lo farà portando con sé la dignità che i nostri fratelli più fragili vedono cancellata 364 giorni all’anno. E questo ha un valore inestimabile.
La manifestazione Attesi 25 mila visitatori per un evento preparato con grande entusiasmo da un gruppo di giovani