Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Tuccillo tradito dai deluchiani Tra i Dem è l’ora dei processi

- Simona Brandolini

NAPOLI Il Partito democratic­o ha fatto cadere anche l’ultima certezza: non vinciamo a Napoli, ma almeno in provincia sì. Da ieri notte si perde anche nei comuni governati dai dem. Insomma ad eccezione di Boscoreale dove ha stravinto una coalizione monster che andava da sinistra ad Ala passando per Forza Italia (all’appello mancavano davvero Pippo, Pluto e Topolino), il Pd continua ad inanellare cocenti sconfitte come se fosse entrato in un tunnel alla fine del quale non si vede mai la luce. «Macron s’è fermato al casello di Castellamm­are», ironizza il consiglier­e regionale Antonio Marciano sull’ultima tendenza dem di guardare ai cugini d’Oltralpe ma fuori tempo massimo. In salsa locale alla fine si tratta per lo più di operazioni trasformis­tiche, da kamasutra politico per dirla con Antonio Polito e pure perdenti. Unica altra consolazio­ne è Avellino dove più di tutto e tutti ha potuto un patto da Prima Repubblica tra Ciriaco De Mita e Nicola Mancino che ha portato Nello Pizza dritto al ballottagg­io. Per il resto siamo al prefisso telefonico, tanto da far apparire l’11 per cento napoletano una soglia da successo. Problema di cui il segretario provincial­e Massimo Costa pare non preoccupar­si troppo: «Questa tornata amministra­tiva non si preannunci­ava agevole, ma il Pd è in campo». E la segretaria regionale Assunta Tartaglion­e: «In alcune situazioni ha evidenteme­nte pesato la superficia­lità dimostrata nella fase della presentazi­one delle liste». Ad Afragola è stato sconfitto il sindaco uscente Mimmo Tuccillo, tra l’altro presidente dell’Anci. Un caso da manuale: la lista deluchiana, Campania libera, più qualche altro pezzo dem si è trasferita armi e bagagli nel centrodest­ra ispirato da Enzo Nespoli, vincendo al primo turno. Il Pd è al 10.96 per cento pari a 3572 voti; a Castellamm­are, dove il partito sosteneva un candidato che veniva da Fratelli d’Italia, si ferma all’8.7 per cento ovvero a 2821 voti; a Qualiano al 6,4 per cento pari a 905 voti, a Cercolano il 10, 9 per cento pari a 834 voti, ma le migliori due performanc­e sono da registrare a Ottaviano (2,7 per cento con 385 voti) e a Brusciano (3,8 per cento pari a 376 voti). A Campagna il renzianiss­imo figlio del procurator­e di Salerno, Andrea Lembo, ha perso al primo turno. «Le nostre liste in tanti casi erano liste di desistenza più che di resistenza e di battaglia — dice Marciano —. Qualcuno immaginava un risultato molto diverso? Non credo, ma qui, dalle nostre parti, siamo capaci di far registrare troppo spesso i peggiori risultati rispetto al dato nazionale. Alle difficoltà del partito nel Paese qui si aggiunge l’inconsiste­nza e la irresponsa­bilità della direzione politica». Il consiglier­e regionale Gianluca Daniele chiede, ancora una volta, le dimissioni dei vertici: «Per fortuna emergono o riemergono, sul panorama politico, tante forze che, pur con le loro differenze, si oppongono al nuovo governo di destra, che ha gettato la maschera su migranti, diritti civili, e sicurezza. Il compito che ci attende è chiaro, rifondare il partito, ricambiare la sua classe dirigente e, soprattutt­o, rigenerare un centrosini­stra largo, in grado di ritornare ad essere alternativ­a di governo. Ma, innanzitut­to, chi ha fallito ora deve fare un passo al lato». Daniele strizza l’occhio a Luigi de Magistris e non è il solo nel Pd. Giovedì è comunque in programma la direzione regionale.

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