Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Napoletani spariti in Messico Consegnati dalla polizia al boss con il dente di platino

Il legale: ricostruit­a la vicenda. I familiari oggi da Fico

- Es. Vi.

I riscontri delle indagini avvalorano le prime ipotesi fatti subito dopo la scomparsa dei tre napoletani in Messico: sarebbero stati «venduti» da alcuni agenti corrotti a un clan del posto. Emergono particolar­i inquietant­i dalle 22 pagine dei verbali dell’inchiesta sulla sparizione.

Oggi si sa che Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, due dei tre, furono prelevati da alcuni poliziotti in prossimità di un distributo­re e condotti in una località di montagna dove ad attenderli c’era il vice capo della polizia di Jalisco, Hilario Farias Mejia, e don Angel, personaggi­o del posto piuttosto noto, ritenuto legato alla malavita locale, che viene descritto in maniera precisa dai poliziotti: «Era a bordo di un suv rosso senza targa, ben vestito e con un dente di platino».

I due cugini stavano cercando Raffaele Russo, padre di Antonio e zio di Vincenzo, sparito nel nulla qualche ora prima. È grazie a un messaggio whatsapp di Antonio, inviato al fratello Francesco, che ora si sta battendo come un leone per avere notizie dei suoi congiunti, che si è venuti a conoscenza del coinvolgim­ento di agenti della polizia locale almeno nelle sparizioni di Antonio e Vincenzo. Secondo quanto emerge dai verbali degli interrogat­ori dei quattro agenti arrestati, tre dei quali rinviati a giudizio, una volta arrivati all’appuntamen­to don Angel avrebbe anche fatto capire di sapere dove si trovasse Raffaele. Agli agenti infatti divertici ce: «Ora li prendiamo, li portiamo dov’è l’altro italiano». Appare quindi centrale nella vicenda della scomparsa dei tre napoletani il ruolo svolto dai vertici della polizia ma anche di don Angel. Al momento, però, risultano ricercati i della polizia di Jalisco, tra cui Farias, ma nessuna misura cautelare è stata emessa nei confronti di don Angel.

«Tutta la vicenda è stata ricostruit­a perfettame­nte. Dai fascicoli delle indagini condotte dai pubblici ministeri

L’avvocato

Dai verbali d’indagine emerge tutto e ci sono nomi e cognomi ma non tutti sono stati perseguiti

del Messico ci sono elementi chiari: i responsabi­li hanno nomi e cognomi», ha spiegato Claudio Falleti, l’avvocato che assiste le famiglie dei tre napoletani dei quali non si hanno più notizie dal 31 gennaio scorso.

Oggi saranno ricevuti a Montencito­rio per un incontro con il presidente della Camera, Roberto Fico. «Noi vogliamo che lo Stato ci dia quella forza in più per chiudere il cerchio. Dai responsabi­li di quella sparizione, che sono stati individuat­i, vogliamo sapere dove sono i nostri connaziona­li. Arriviamo tutti per fare finalmente luce su questa vicenda», dice Falleti che è pronto a chiedere un incontro anche con i ministri dell’Interno, degli Esteri, e del Sud.

Infatti, secondo i familiari, bisogna intervenir­e a livello diplotamit­o presso il governo del Messico affinché si faccia piena luce sulla vicenda. Infatti ancora oggi non si sa dove si trovino i napoletani e perché alcune figure che hanno avuto un ruolo centrale in tutta la vicenda, siano liberi e non perseguiti.

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Spariti a gennaio Raffaele e Antonio Russo, Vincenzo Cimmino

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