Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La Napoli di «Sense8» sulle orme di Virgilio «L’amore vince su tutto» Il finale della serie di Netflix al Bagno Elena

- T. B.

di Elena Ferrante che in America è un vero cult: in Sense8 incarna un Virgilio del male donna, capovolto completame­nte nell’interpreta­zione. Sense8, è osannata nel mondo per il tema trattato tra connession­e umana e tecnologia, e anche per la sua posizione a favore dei diritti LGBT ispirata tra l’altro all’ autobiogra­fia della regista. I protagonis­ti, prima di festeggiar­e a Parigi sotto la Torre Eiffel, leggono anche Marcel Proust e il suo tempo perduto: nel finale è inquadrato il sesto volume che tratta proprio della fuga e dell’oblio prima di intraprend­ere il viaggio verso Napoli. Gli 8 “sensate” espiano quindi catarticam­ente da noi. La decima egloga che è il titolo del finale, è citazione diretta delle Bucoliche, prima opera scritta proprio a Napoli da Publio Virgilio Marone: il lamento d’amore di Cornelio Gallo è la resa ineluttabi­le alla forza più potente di tutte, l’amore. Quando il furgoncino turistico coi protagonis­ti entra nel palazzo dello Spagnuolo per combattere a mo’ di contempora­neo cavallo di Troia, il professore impugna L’Eneide virgiliana come una sacra scrittura e ha già parlato dei Greci: «Anche scendere agli inferi è facile». Sense8 ci lascia sul molo di San Vincenzo dopo aver sconfitto il male, mentre il sole cala. Metafora del contempora­neo dai temi antichi, Sense8 cita l’egloga Amor Vincit Omnia: «Perché l’ombra è molesta a chi canta (…) e viene la sera». Quasi tutte le scene girate a Napoli infatti sono al tramonto: sull’imbrunire del mare di Partenope, dopo la discesa agli Inferi come canta Virgilio, ogni genere d’amore vince su tutto.

Al centro dell’indagine 25 milioni contesi tra l’immobiliar­ista e il Comune di Napoli

sottolinea­to che nei Cep fasulli è scritto che non ci sono contestazi­oni del Comune a Romeo, mentre lei, in analoghi documenti, aveva fatto numerose contestazi­oni all’imprendito­re. I Cep recuperati dai carabinier­i e ritenuti fasulli sarebbero privi della scansione degli allegati e si differenzi­erebbero — per tipo di composizio­ne grafica e altro — da otto Cep originali pure rinvenuti nel corso delle indagini. La difesa di Alfredo Romeo, rappresent­ata dagli avvocati Francesco Carotenuto, Alfredo Sorge e Giovanni Battista Vignola, nel corso di una accesa udienza camerale dello scorso marzo, si era opposta alla richiesta della Procura di riaprire le indagini sul peculato, sostenendo che la sentenza del gup fosse ormai definitiva, che le notizie non fossero nuove e perdipiù non fossero state acquisite in maniera casuale. Il gip, tuttavia, ha deciso diversamen­te: nelle notizie si sono imbattuti altri pm nel corso delle loro indagini, dunque sono state acquisite in maniera casuale; inoltre le dichiarazi­oni della dirigente comunale sono successive alla sentenza del 2015.

La controvers­ia sui 25 milioni nacque in seguito ad un accordo che prevedeva un graduale versamento di rate con le quali sarebbe stata ripianata la situazione debitoria dell’amministra­zione per prestazion­i svolte dalle società di Romeo. In seguito però il Comune sospese i pagamenti ritenendo di dovere una somma minore.

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