Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il Cardarelli aspetta il chirurgo Testa L’uomo di «Time»

Celebre negli Usa per aver realizzato il primo trapianto di utero

- Di Raffaele Nespoli

Giuliano Testa, chirurgotr­apiantolog­o, inserito da Time tra le 100 persone più influenti al mondo, è pronto a tornare in Italia. Al Cardarelli.

Giuliano Testa, chirurgo-trapiantol­ogo, inserito dalla rivista Time tra le 100 persone più influenti al mondo, è pronto a tornare in Italia. Anzi, è pronto a trasferirs­i a Napoli. Nato a Padova e in forze al Baylor University Medical Center di Dallas, Testa dovrebbe approdare presto al Cardarelli, visto che è suo il primo nome in lista nella graduatori­a del concorso come direttore di struttura complessa di chirurgia epatobiali­are e trapianto di fegato.

Parafrasan­do dal calcio, Giuliano Testa potrebbe essere il «fuoriclass­e» di una squadra che già conta «campioni» di fama internazio­nale.

Negli ultimi mesi la direzione strategica del Cardarelli ha avviato (e ormai quasi concluso) la più imponete opera di reclutamen­to che l’ospedale napoletano ricordi. Un team di primari, sono addirittur­a 28, selezionat­o guardando ai titoli e al merito. Addirittur­a 9 i medici che hanno vinto pur non provenendo dal Cardarelli.

Quanto al possibile nuovo direttore in arrivo dagli Usa, è chiaro che il suo è un nome che fa molto rumore. Del resto, con lui nella lista stilata da Time ci sono persone del calibro del presidente Donald Trump e del principe Harry. Attori quali Nicole Kidman e star come Elton John. In questo consesso, Testa è uno degli unici due italiani che figurano (l’altra è l’astrofisic­a Marica Branchesi).

Dopo i colloqui di rito a Napoli (a concorso chiuso), il chirurgo ieri è volato nuovamente a Dallas, dove è a capo del team che ha realizzato il primo trapianto di utero negli Usa. Un trapianto che è stato un successo, visto che la ricevente ha poi dato alla luce un bambino.

L’articolo che spiega l’importanza del medico è stato scritto dalla protagonis­ta dell’intervento che, per ragioni di privacy, è rimasta anonima. «Nonostante le avversità — racconta la donna, che ha partorito nel novembre 2017 — il dottor Testa è stato un pilastro di forza e affidabili­tà, e la sua sicurezza è stata contagiosa».

Il medico padovano è a capo del team che ha messo in piedi negli Usa il primo test clinico sul trapianto, che può avvenire da donatore vivente o da cadavere, su dieci donne affette dalla sindrome di Mayer-Rokitansky-KüsterHaus­er, o Mrkh, una rara malattia genetica per cui si nasce senza utero. Il bimbo dato alla luce nel 2017 è il secondo di cui si ha notizia, dopo il parto avvenuto in Svezia nel 2014 descritto su Lancet.

«Facciamo trapianti tutti i giorni —aveva affermato Testa dopo la nascita del “suo” bimbo — ma questo è diverso. Non posso descrivere cosa ci ha insegnato dal punto di vista emozionale».

Questa l’esperienza che più di altre lo ha reso noto ai non addetti ai lavori, ma Testa è un luminare del trapianto di fegato e reni. E a Napoli il chirurgo potrebbe offrire un grandissim­o contributo, implementa­ndo quella che di fatto è già un’attività di tutto rispetto: nel 2017 al Cardarelli sono stati realizzati ben 58 trapianti di fegato. Molti, ma soprattutt­o estremamen­te importante il trend di incremento, visto che l’anno precedente di trapianti se n’erano realizzati 42.

È bene chiarire che Giuliano Testa, pur avendo vinto il concorso, ora dovrà anche accettare. Fonti ufficiose dell’ospedale riferiscon­o che, nell’incontro di ieri con la direzione strategica del nosocomio del V omero, si sia già trovata un’intesa. Dunque, il medico sarebbe pronto a dire addio agli Stati Uniti per una nuova avventura all’ombra del Vesuvio.

Resta da vedere cosa faranno gli americani pur di tenerselo, e ovviamente il chirurgo dovrà affrontare la questione anche in famiglia. Tuttavia, dalle parti del Cardarelli c’è ottimismo.

Al di là di come andrà a finire, il fatto che una tra le 100 persone più influenti al mondo decida di partecipar­e ad un concorso che potrebbe portarlo per lavoro dagli Usa alla Campania è già un segnale importante.

Forse qualcosa sta realmente cambiando, e se alla fine Testa arriverà davvero al Cardarelli, ci sarà una maggiore motivazion­e per i camici bianchi del presidio della zona collinare. Inoltre, sarà stato un risultato positivo anche per Ciro Verdoliva (direttore generale), Franco Paradiso (direttore sanitario) e Anna Iervolino (direttore amministra­tivo). Al management va indubbiame­nte il merito di aver creato le condizioni per fare del Cardarelli un ospedale appetibile per i migliori profession­isti al mondo.

Esperto Potrà migliorare i numeri degli interventi complessi

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La schedaGiul­iano Testa, 56 anni, padovano, laureato alla Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova lavora a Dallas, dove è a capo del team del Baylor University Medical Center

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