Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Morto il pm Beatrice Indagò su Calciopoli
NAPOLI Ha lavorato fino a che le sue condizioni gliel’hanno consentito, rammaricandosi perché, a causa della malattia, le energie e la concentrazione non erano più le stesse. Filippo Beatrice, 58 anni, procuratore aggiunto e coordinatore della Dda, si è spento ieri mattina in ospedale. La notizia, che pure non era inattesa, ha rattristato profondamente i colleghi, i collaboratori e quanti, per un motivo o per l’altro, avevano avuto modo di conoscerlo e di apprezzarne le qualità umane e professionali.
Tra le tante indagini che aveva seguito la più nota è senz’altro quella sulle combine nel mondo del calcio: «Calciopoli», appunto, che si è conclusa con la condanna di diversi nomi noti. Assieme al collega Giuseppe Narducci, Beatrice aveva scoperto il marcio del calcio italiano. Successivamente era stato alla Direziona nazionale antimafia per poi tornare alla Procura di Napoli in qualità di aggiunto. Coordinava le inchiesta sul territorio cittadino e ha seguito con particolare attenzione, nonostante fosse già provato dalla malattia, quelle sulle bande di camorristi ragazzini che hanno terrorizzato per mesi il centro storico.
Filippo Beatrice lascia due figli giovanissimi e la moglie, Ida Frongillo, anche lei pm, che lo ha sostenuto con una forza straordinaria, riuscendo a conservare il sorriso. I funerali saranno celebrati questa mattina alle 10.30 nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, a Cappella Cangiani. Ci sarà, per decisione del sindaco, il gonfalone della città di Napoli: «Ho avuto l’onore, nella mia vita di magistrato, di lavorare al suo fianco e di essergli amico — ha dichiarato Luigi de Magistris —. La morte di Filippo Beatrice lascia un vuoto enorme nella giustizia napoletana e non solo». Beatrice è stato ricordato anche nel corso dei lavori del plenum del Csm dal consigliere togato Antonello Ardituro: «È stato un amico — ha detto — e, per me, anche un maestro. Lo ritengo uno dei migliori magistrati italiani e una persona straordinaria dal punto di vista umano. A molti era poco noto perché non aveva bisogno di procurarsi vetrine, ma è stato l’anima negli ultimi trent’anni della Procura di Napoli. Una magistrato di grande carisma e un fratello maggiore». Al cordoglio si è associato il vicepresidente Giovanni Legnini.