Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Omicidio a Coroglio Confermati gli arresti dei ragazzi
«L’ho riempito di botte addosso». È questa la frase che un residente di Discesa Coroglio, affacciato al balcone di casa, ha sentito urlare a un ragazzo che correva e cercava di scappare. Poco distante c’era un’auto schiantata in un muro e dentro il corpo senza vita di un ragazzo. Era Agostino Di Fiore, 28 anni, di Scampia, raggiunto da quattro colpi di pistola. Ucciso, forse, per aver difeso una ragazza dopo una lite. Quella frase ascoltata in diretta è stata raccontata ai carabinieri e ai poliziotti che erano sul posto ed è finita agli atti dell’indagine che ha portato all’arresto di due ragazzi. In carcere, braccati lunedì mattina, poche ore dopo il delitto avvenuto davanti alla discoteca «Riva», ci sono Francesco Esposito, 19 anni, difeso dall’avvocato Giovanni Fusco, e un 17enne, figlio di un boss del clan Elia, difeso dall’avvocato Giuseppe De Gregorio. I due ieri hanno scelto la stessa linea difensiva: non hanno risposto alle domande del gip che ha convalidato il fermo lasciandoli in carcere con l’accusa di concorso in omicidio. Sono stati disposti ulteriori accertamenti: innanzitutto la prova balistica per capire con precisione l’andamento dei colpi che hanno ucciso Di Fiore; ma soprattuto la trascrizione di una serie di messaggi vocali che gli amici di Agostino si sono scambiati su una chat di gruppo, nei quali ricostruiscono tutte le fasi precedenti e successive l’agguato.