Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tre lezioni dell’Università
Tre lezioni dalla Federico II. La prima è che da un fallimento può nascere un successo. È ciò che è accaduto a San Giovanni a Teduccio. Il nuovo polo dell’Ateneo è stato realizzato dove sorgeva la Cirio ed è al Tribunale fallimentare che l’Università rilevò i suoli. La progettazione fu affidata, con gara internazionale, al gruppo giapponese Ishimoto e gli interventi sono stati finanziati dalla Regione con fondi europei. Ieri a San Giovanni è stata inaugurata la Mobility Academy nata da un accordo tra le Ferrovie dello Stato e l’Ateneo, così un’altra grande azienda si «avvicina» agli studenti napoletani. Per una coincidenza, questo avviene proprio mentre uno studio di Bankitalia ha rilanciato il dibattito sulla fuga dei cervelli addirittura in formazione, i ragazzi che dopo la maturità vanno a iscriversi agli atenei di Roma e Milano, perché è lì che troveranno lavoro. Se ne parla da decenni. Dal 2016, però, nel polo di San Giovanni sono arrivate le aziende e i corsi specialistici mirati attirano laureati di altre parti d’Italia e stranieri. E creare un flusso di cervelli in arrivo è anche più importante di fermare la fuga dei nostri ragazzi. Quindi, ed è la seconda lezione, la tendenza si può invertire.
La terza lezione, infine, è contenuta nell’iter di nascita e sviluppo del polo di San Giovanni a Teduccio. Il primo accordo di programma fu sottoscritto dall’allora rettore Tessitore con Comune e Regione quando sindaco era Bassolino, di sinistra, e governatore Rastrelli, di destra. Nell’aprile 2006, quando furono tirati giù alcuni muri della vecchia Cirio e fu posta la prima pietra del complesso, a San Giovanni c’erano la sindaca Iervolino, di centrosinistra, e il rettore Trombetti. Successivamente il progetto è stato fortemente sostenuto da Caldoro, governatore di centrodestra come Rastrelli, con il suo vice, l’ex rettore Trombetti, e con l’assessore Cosenza, docente di Ingegneria, poi impegnato nella gestione del Polo su delega dell’attuale rettore Manfredi. In quella fase al vertice dell’Ateneo c’era Marrelli. E Nicolais, profingegnere del Pd ex ministro dell’Innovazione, presiedeva il Cnr, alcuni istituti del quale andranno a San Giovanni. Insomma la lezione principale forse è questa: superando gli steccati di appartenenza politica, si è riesciti a portare aziende e cervelli a Napoli, a creare prospettive di lavoro e di sviluppo e a «bonificare» un quartiere periferico degradato. Amministrazioni e partiti, considerando che è in corso un’operazione analoga a Scampia, farebbero bene a tenerne conto.