Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Torna il candelabro che illuminò le «sudate carte» di Leopardi
A Villa delle Ginestre gli oggetti e la biancheria coevi al soggiorno del poeta, concerti e pièce
Chiamatelo pure feticismo letterario, ma l’idea che a Villa Ferrigni, sulla scrivania che fu di Giacomo Leopardi torni il candelabro che rischiarò le pagine mentre il poeta componeva La ginestra— per dirne una — stuzzica agli appassionati del «giovane favoloso» l’impagabile piacere di un voyeurismo postumo.
L’occasione si deve alla Fondazione Ente Ville Vesuviane che oggi, alle 12, inaugura le Celebrazioni leopardiane per i 220 anni dalla nascita del poeta con la mostra Storia di una casa di campagna, tra oralità e scrittura. I curatori si sono messi sulle tracce degli arredi originari presenti nella nobile dimora di Torre del Greco al tempo del soggiorno del poeta e oggi conservati in collezioni private. Li hanno rintracciati e ricollocati nelle varie stanze. Risultato: una macchina del tempo attivata in un percorso espositivo fedele alla quotidianità e all’identità storicomaterica del luogo.
Chi ha seguito negli anni le tortuose vicende del restauro di quella che è oggi chiamata Villa delle Ginestre, salutò già con entusiasmo l’arrivo degli arredi originali nella stanza che ospitò Leopardi tra il 1836 e il 1837. In questa occasione tornano al loro posto un candelabro e una lucerna in ottone e, come avrebbe fatto Luchino Visconti per un ipotetico film sul recanatese, torna nei cassetti anche la biancheria d’epoca in canapa e cotone.
Tra gli altri oggetti saranno risistemati un’alzatina da salotto, uno scrittoio da viaggio e un portagioie in legno appartenuti a Eleonora Ferrigni Carafa D’Andria. Qua e là pezzi in tartaruga: uno specchio, un fermaglio e un pettine e, nella sala del sismografo, riproduzioni di cartografie e fotografie. Uno degli ambienti meglio conservati della villa — costruita nel Settecento da monsignor Giuseppe Simioli, acquistata poi da Giuseppe Ferrigni, marito di Enrichetta Ranieri, sorella del sodale Antonio — è la cucina dove saranno ricollocati piatti e ceramiche napoletane d’epoca (manifattura Stingo).
Ad accompagnare la mostra c’è un programma organizzato con il Museo del Corallo dell’Ifs Degni di Torre del Greco e la Proloco che prevede: il 23, 26 e 30 giugno (19,30) Cori Campani; il 28 giugno (18,30) presentazione di Infinito Leopardi di Agostino Ingenito e il 29 giugno (19) Dueottobremilleottocentotrentatre, Leopardi a Napoli di Lucio Nardi con Laura Valente (già voce dei Matia Bazar), Gino Monteleone, Luigi Palombi e Shanna Rossi, coreografie di Sabrina Pedrazzini. Fino al 29 giugno, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13, ingresso 3 euro.