Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Torna il candelabro che illuminò le «sudate carte» di Leopardi

A Villa delle Ginestre gli oggetti e la biancheria coevi al soggiorno del poeta, concerti e pièce

- Di Natascia Festa

Chiamatelo pure feticismo letterario, ma l’idea che a Villa Ferrigni, sulla scrivania che fu di Giacomo Leopardi torni il candelabro che rischiarò le pagine mentre il poeta componeva La ginestra— per dirne una — stuzzica agli appassiona­ti del «giovane favoloso» l’impagabile piacere di un voyeurismo postumo.

L’occasione si deve alla Fondazione Ente Ville Vesuviane che oggi, alle 12, inaugura le Celebrazio­ni leopardian­e per i 220 anni dalla nascita del poeta con la mostra Storia di una casa di campagna, tra oralità e scrittura. I curatori si sono messi sulle tracce degli arredi originari presenti nella nobile dimora di Torre del Greco al tempo del soggiorno del poeta e oggi conservati in collezioni private. Li hanno rintraccia­ti e ricollocat­i nelle varie stanze. Risultato: una macchina del tempo attivata in un percorso espositivo fedele alla quotidiani­tà e all’identità storicomat­erica del luogo.

Chi ha seguito negli anni le tortuose vicende del restauro di quella che è oggi chiamata Villa delle Ginestre, salutò già con entusiasmo l’arrivo degli arredi originali nella stanza che ospitò Leopardi tra il 1836 e il 1837. In questa occasione tornano al loro posto un candelabro e una lucerna in ottone e, come avrebbe fatto Luchino Visconti per un ipotetico film sul recanatese, torna nei cassetti anche la biancheria d’epoca in canapa e cotone.

Tra gli altri oggetti saranno risistemat­i un’alzatina da salotto, uno scrittoio da viaggio e un portagioie in legno appartenut­i a Eleonora Ferrigni Carafa D’Andria. Qua e là pezzi in tartaruga: uno specchio, un fermaglio e un pettine e, nella sala del sismografo, riproduzio­ni di cartografi­e e fotografie. Uno degli ambienti meglio conservati della villa — costruita nel Settecento da monsignor Giuseppe Simioli, acquistata poi da Giuseppe Ferrigni, marito di Enrichetta Ranieri, sorella del sodale Antonio — è la cucina dove saranno ricollocat­i piatti e ceramiche napoletane d’epoca (manifattur­a Stingo).

Ad accompagna­re la mostra c’è un programma organizzat­o con il Museo del Corallo dell’Ifs Degni di Torre del Greco e la Proloco che prevede: il 23, 26 e 30 giugno (19,30) Cori Campani; il 28 giugno (18,30) presentazi­one di Infinito Leopardi di Agostino Ingenito e il 29 giugno (19) Dueottobre­milleottoc­entotrenta­tre, Leopardi a Napoli di Lucio Nardi con Laura Valente (già voce dei Matia Bazar), Gino Monteleone, Luigi Palombi e Shanna Rossi, coreografi­e di Sabrina Pedrazzini. Fino al 29 giugno, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13, ingresso 3 euro.

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Lucernario Illuminò le notti vesuviane del poeta
 ??  ?? Candelabro originale della stanza da letto di Leopardi
Candelabro originale della stanza da letto di Leopardi

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