Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Boltanski: «Bisogna rimpiazzar­e gli ex voto rubati nella mia opera»

L’artista: «La collezione dovrebbe continuare a crescere. Ho amato molto Lucio»

- di Mirella Armiero e l’inviato Piero Rossano a pagina 15

«Naturalmen­te bisogna rimpiazzar­e gli ex voto mancanti». Christian Boltanski non ha dubbi: è necessario riportare la sua opera, contenuta nella collezione Terrae Motus, alla forma originaria.

Risale a sabato scorso il furto di due figurine di «Ex voto», il lavoro che l’artista francese pensò per Lucio Amelio. «Ho amato molto il gallerista napoletano», ricorda Boltanski, che con altri artisti internazio­nali raccontò a proprio modo il dramma del sisma irpino, proprio su invito di Amelio. Quella straordina­ria collezione, com’è noto, è oggi ospitata alla Reggia di Caserta, perché un lascito testamenta­rio del gallerista così dispose. Amelio non volle lasciare le preziose opere a Napoli, città amata e odiata. Lo spazio scelto per esporre i pezzi di Warhol, Paolini, Longobardi e tanti altri straordina­ri autori doveva essere quello degli appartamen­ti storici. Effettivam­ente Terrae Motus ha abitato per un lungo periodo quelle prestigios­e stanze. Poi la collezione è stata spostata negli spazi dell’ex areonautic­a, in quello che il direttore della Reggia Mauro Felicori definì «un allestimen­to temporaneo». Proprio per questa situazione apparentem­ente provvisori­a (che dura però da più di un anno) il luogo è rimasto senza telecamere e quindi è più vulnerabil­e, come ha dimostrato l’episodio di sabato sera.

Il critico d’arte e docente universita­rio Vincenzo Trione ha denunciato su queste colonne l’inadeguate­zza dell’allestimen­to attuale. Per ridare dignità alla sistemazio­ne della collezione, per Trione, servono un comitato scientific­o o almeno dei criteri rigorosi

A lanciare l’allarme anche Nino Longobardi e la sorella di Lucio, Anna Amelio, che chiede peraltro maggiori garanzie per il futuro: «Noi della famiglia vorremmo che la collezione fosse valorizzat­a al massimo. Quello attuale è una vergogna, un modo inde- gno di esporre le opere, senza nessun collegamen­to tra i diversi lavori, senza una logica».

E Boltanski che ne pensa? «Non ho mai visto l’opera installata nella situazione attua- le» dichiara. Ma è senz’altro d’accordo con Longobardi: niente mummificaz­ioni, Terrae Motus deve continuare a vivere. «Penso che bisognereb­be proseguire la collezione».

Chissà che non sia l’occasione per rivedere dalle nostre parti l’artista francese di origini ucraine, nel 2017 protagonis­ta di una grande personale al Mambo di Bologna, che ripercorre­va la sua poetica improntata all’indagine nella memoria, individual­e e collettiva, e negli elementi della propria autobiogra­fia reale o anche immaginari­a.

Intanto, a tutela della collezione Terrae Motus si è mosso anche il ministro Alberto Bonisoli, che al «Corriere del Mezzogiorn­o» ha dichiarato: «Mi occuperò della questione. L’approfondi­rò nei prossimi giorni». Le prossime mosse spettano comunque a Felicori, che potrebbe decidere di spostare nuovamente la collezione. Magari accogliend­o l’appello di Anna Amelio e degli altri intervenut­i per una maggiore tutela.

La sorella «L’allestimen­to attuale è una vergogna, bisogna trovare soluzioni»

Il critico Trione: «Adesso servono un comitato scientific­o e criteri rigorosi»

 ??  ??
 ??  ?? A destra, Christian Boltanski Sopra, la sua opera «Senza titolo» a Caserta
A destra, Christian Boltanski Sopra, la sua opera «Senza titolo» a Caserta
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy