Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Boltanski: «Bisogna rimpiazzare gli ex voto rubati nella mia opera»
L’artista: «La collezione dovrebbe continuare a crescere. Ho amato molto Lucio»
«Naturalmente bisogna rimpiazzare gli ex voto mancanti». Christian Boltanski non ha dubbi: è necessario riportare la sua opera, contenuta nella collezione Terrae Motus, alla forma originaria.
Risale a sabato scorso il furto di due figurine di «Ex voto», il lavoro che l’artista francese pensò per Lucio Amelio. «Ho amato molto il gallerista napoletano», ricorda Boltanski, che con altri artisti internazionali raccontò a proprio modo il dramma del sisma irpino, proprio su invito di Amelio. Quella straordinaria collezione, com’è noto, è oggi ospitata alla Reggia di Caserta, perché un lascito testamentario del gallerista così dispose. Amelio non volle lasciare le preziose opere a Napoli, città amata e odiata. Lo spazio scelto per esporre i pezzi di Warhol, Paolini, Longobardi e tanti altri straordinari autori doveva essere quello degli appartamenti storici. Effettivamente Terrae Motus ha abitato per un lungo periodo quelle prestigiose stanze. Poi la collezione è stata spostata negli spazi dell’ex areonautica, in quello che il direttore della Reggia Mauro Felicori definì «un allestimento temporaneo». Proprio per questa situazione apparentemente provvisoria (che dura però da più di un anno) il luogo è rimasto senza telecamere e quindi è più vulnerabile, come ha dimostrato l’episodio di sabato sera.
Il critico d’arte e docente universitario Vincenzo Trione ha denunciato su queste colonne l’inadeguatezza dell’allestimento attuale. Per ridare dignità alla sistemazione della collezione, per Trione, servono un comitato scientifico o almeno dei criteri rigorosi
A lanciare l’allarme anche Nino Longobardi e la sorella di Lucio, Anna Amelio, che chiede peraltro maggiori garanzie per il futuro: «Noi della famiglia vorremmo che la collezione fosse valorizzata al massimo. Quello attuale è una vergogna, un modo inde- gno di esporre le opere, senza nessun collegamento tra i diversi lavori, senza una logica».
E Boltanski che ne pensa? «Non ho mai visto l’opera installata nella situazione attua- le» dichiara. Ma è senz’altro d’accordo con Longobardi: niente mummificazioni, Terrae Motus deve continuare a vivere. «Penso che bisognerebbe proseguire la collezione».
Chissà che non sia l’occasione per rivedere dalle nostre parti l’artista francese di origini ucraine, nel 2017 protagonista di una grande personale al Mambo di Bologna, che ripercorreva la sua poetica improntata all’indagine nella memoria, individuale e collettiva, e negli elementi della propria autobiografia reale o anche immaginaria.
Intanto, a tutela della collezione Terrae Motus si è mosso anche il ministro Alberto Bonisoli, che al «Corriere del Mezzogiorno» ha dichiarato: «Mi occuperò della questione. L’approfondirò nei prossimi giorni». Le prossime mosse spettano comunque a Felicori, che potrebbe decidere di spostare nuovamente la collezione. Magari accogliendo l’appello di Anna Amelio e degli altri intervenuti per una maggiore tutela.
La sorella «L’allestimento attuale è una vergogna, bisogna trovare soluzioni»
Il critico Trione: «Adesso servono un comitato scientifico e criteri rigorosi»