Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bagnoli, la Consulta boccia il Comune

Riqualific­azione e bonifica, legittimo il commissari­amento previsto dallo «Sblocca Italia»

- Cuozzo, Martucci

La Corte costituzio­nale ha posto la parola fine ai ricorsi del Comune di Napoli contro il commissari­amento dell’area e, più in generale, sull’articolo 33 dello «Sblocca Italia» che determinò il commissari­amento dell’area.

NAPOLI La Corte costituzio­nale ha posto la parola fine ai ricorsi del Comune di Napoli contro il commissari­amento dell’area e, più in generale, sull’articolo 33 dello «Sblocca Italia» che determinò il commissari­amento dell’area.

Il 22 maggio scorso si è tenuta l’udienza pubblica che ha pronunciar­e il giudizio di costituzio­nalità sullo «Sblocca Italia». In pratica, si è espressa sul ruolo del governo e su quello del Comune di Napoli che a seguito del commissari­amento dell’area e all’affidament­o dei suoli — un tempo della Bagnolifut­ura — ad Invitalia, s’era visto ridurre drasticame­nte lo spazio d’azione. La sentenza numero 216 della Corte — presidente Giorgio Lattanzi, giudice redattore Giuliano Amato — è stata depositata l’altro ieri.

Quello che viene fuori è che lo «Sblocca Italia», nello specifico l’articolo 33, non è incostituz­ionale. E che perciò non c’è stata alcuna violazione perché, sinteticam­ente, ad agire era lo Stato che, in presenza di siti da bonificare, può farlo anche commissari­ando l’area. In pratica, non c’è più conflitto, cosa che i giudici articolano così: «D’altronde — si legge nelle 13 pagine della motivazion­e — con l’Accordo interistit­uzionale del 19 luglio 2017, il Governo, la Regione Campania, il Comune di Napoli e le istituzion­i interessat­e all’intervento nel comprensor­io di Bagnoli Coroglio hanno condiviso, sia i contenuti del programma, sia le modalità di ulteriori integrazio­ni o modifiche, con la successiva redazione di un aggiorname­nto del programma, approvato dalla Conferenza di servizi, in cui sono state recepite anche le varie istanze comunali. Il che pare testimonia­re una corretta cooperazio­ne istituzion­ale, sottolinea­ta dallo stesso Comune di Napoli».

Si chiude così una storia che, per la verità, come ricordano i giudici, era stata già superata dai fatti: perché governo, regione e Comune di Napoli, insieme al Commissari­o straordina­rio, Salvatore Nastasi, e al soggetto attuatore, Invitalia, guidata da Domenico Arcuri, avevano già fatto sintesi arrivando ad un’intesa istituzion­ale quasi un anno fa. Un’intesa condivisa punto per punto, con le osservazio­ni del Comun e di Napoli che aveva visto recepire ogni sua richiesta. Ma gli atti erano sempre lì, sul tavolo dei giudici, con Palazzo San Giacomo che non aveva mai fatto passi indietro pur migliorand­o di molto i rapporti col governo.

Adesso si apre invece un’altra partita, quella politica. Perché Luigi di Maio, leader M5s, ministro di Lavoro e Sviluppo, oltre che vicepremie­r, in campagna elettorale aveva detto di essere contrario al commissari­amento di Bagnoli. Anche se poi, questa formula, nel tempo si è rivelata utile strumento, con il governo che ha avuto modo di snodare nodi strettissi­mi su Bagnoli proprio grazie ai poteri commissari­ali. Non va dimenticat­o infatti che ci si muove su un’area che ha più della metà dei suoli ancora sotto sequestro e dove si è registrato il fallimento della Bagnolifut­ura. Lo «Sblocca Italia» stabilisce che la cabina di regie sia presieduta o dal presidente del Consiglio, quindi Giuseppe Conte, o da un suo delegato. Finora c’è stato il ministro uscente per il Sud, Claudio De Vincenti, s coordinare i lavori e a fare da gran mediatore politico. Fosse la stessa cosa, il timore della cabina di regie potrebbe finire a Barbara Lezzi, neoministr­o per il Sud. Ma nelle ultime ore c’è stata una novità che potrebbe cambiar ele cose: Pina Castiello della Lega è stata nominata sottosegre­tario alla presidenza, manco a dirlo, con delega al Sud. Castiello è campana, di Afragola. E la Lega ha già attenziona­to il problema.

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Le proteste Una delle tante manifestaz­ioni dei dipendenti di Bagnolifut­ura davanti alla sede del Comune

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