Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Redditi e stipendi, il benessere non abita qui E i Neet arrivano al 37%
Napoli, media-retribuzioni a 17 mila euro. Milano: 30
Che Milano fosse più virtuosa di Napoli è noto da sempre. I numeri, diffusi ieri dall’Istat sulle misure del benessere equo e sostenibile dei territori, però confermano ancora una volta che il gap tra Nord e Sud non si è mai attenuato. Anzi analizzando bene i dati elaborati dall’istituto di statistica (61 indicatori disaggregati al livello provinciale), il divario si è ancora più accentuato. Basti pensare che a Napoli c’è il 37,7 per cento di Neet, ossia i giovani che non studiano e non lavorano. Una vera e propria generazione senza futuro.
Nello specifico, dunque, a Milano la retribuzione media dei lavoratori dipendenti nel 2016 è di 29.627 euro. Nel 2009 invece superava i 27 mila. Una crescita, anno dopo anno. In Lombardia il parametro supera i 24 mila euro. A Napoli, invece, la retribuzione media si ferma a 17 mila euro, nel 2009 era di quasi simile. In Campania si ferma a 15 mila. A Benevento, Caserta e Salerno i redditi medi superano i 14 mila euro, solo ad Avellino arrivano a 15 mila. Dunque, sono le province del Nord, in particolare del Nord-Ovest, a detenere il primato delle più alte retribuzioni medie annue dei lavoratori dipendenti. Nel 2016 il reddito medio di un lavoratore dipendente è stato di circa 24.400 euro contro i 16.100 euro di un lavoratore del Mezzogiorno, con una differenza di oltre 8 mila euro annui. In tutti i casi le retribuzioni medie annue sono cresciute costantemente negli anni, con velocità diverse: +11,4% al Nord, +3,4% nel Mezzogiorno; il divario iniziale, che nel 2009 misurava 6.300 euro a vantaggio del Nord sul Mezzogiorno, si è notevolmente accentuato. Il reddito da lavoro dipendente a Milano è circa due volte e mezzo quello della provincia più svantaggiata, Vibo Valentia. Le prime 22 province in termini di reddito sono tutte del Nord, salvo Roma, che è terza in Italia con 23.300 euro circa, dopo Milano (29.600 euro circa) e Bologna (25.600 euro circa); in coda tutte le province di Calabria e Campania tranne Napoli, Foggia e Lecce, Matera, Trapani, Messina, Agrigento, Enna e Ragusa; Sassari e Nuoro.
A Napoli e in Campania il vero problema riguarda la disoccupazione giovanile che ha assunto risvolti drammatici. Secondo l’Eurostat, il fenomeno raggiunge il 20,9%. I Neet, giovani che non studiano e lavorano, sono in crescita. E, secondo l’Istat, a Napoli la percentuale è del 37,7%. Nel 2016, in media il 24,3% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non ha lavorato né studiato. I Neet sono il 17% al Nord, il 20,4% al Centro e il 34,2% nel Mezzogiorno, con evidenti differenze tra le province di tutte le aree geografiche. I valori più elevati si raggiungono nelle città metropolitane di Palermo (41,5%) Catania (40,1%), Messina (38,5%), appunto Napoli (37,7%) e Reggio Calabria (36,8%)». Un altro indicatore importante è la speranza di vita. Nel 2016 è tornata a crescere dopo la flessione del 2015. Si attesta a 82,8 anni a livello nazionale; la differenza di 1 anno tra Nord e Mezzogiorno si amplifica fino a 3,4 anni tra la provincia di Caserta (80,7) e l’area metropolitana di Firenze (84,1).
Il profilo del Nord-Ovest è invece più articolato: da una parte Lombardia e Liguria, su livelli medio-alti, dall’altra Piemonte e Valle d’Aosta, dove molte province si collocano nella coda della distribuzione nazionale insieme a quelle più svantaggiate del Mezzogiorno.