Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La sua visione europea dell’Università
Studioso serio, rigoroso, competente, stimato in tutta la comunità scientifica italiana e non solo. Racinaro è stato (molti oggi non lo sanno o lo hanno dimenticato) un punto di riferimento nel dibattito sul marxismo e sulle filosofie del Novecento.
Con Roberto ho avuto una frequentazione di oltre trent’anni. Quando fu “aggredito” ingiustamente da una magistratura giustizialistica, io sono stato tra i pochi a difendere Racinaro in tutte le sedi, anche in pubblici dibattiti, pure a livello parlamentare. Mi piace ricordare che, dopo la sua vicenda terribile, personalmente sollevai il problema Racinaro in sede europea a Berlino, raccogliendo ampi consensi e solidarietà. Ma questo è un capitolo a parte, doloroso, amaro.
Roberto ha avuto una visione molto aperta ed europea dell’Università. Il nostro giovane e non grande Ateneo di Salerno, soprattutto sotto la sua direzione e presenza di quanti collaboravano con lui, ebbe un salto di qualità, aiutò a crescere intere generazioni di giovani, mantenendo una sua autonomia che gli è stata da tutti riconosciuta. Ma Roberto Racinaro è stato anche un signore della Cultura. I suoi studi sull’austro-marxismo costituiscono, tra l’altro, un esempio non sempre facilmente imitabile.
Con Roberto se ne va una parte della mia vita morale e intellettuale. Molte utopie si sono infrante nel nostro tempo povero. Anche l’idea di un neo-umanesimo di alto profilo in fondo resta forse solo un ricordo. Ma certe presenze, certe idee, certe ingenuità politiche, intellettuali, umane, forse possono sopravvivere ancora. In mille rivoli, in mille anfratti spesso non facilmente documentabili. Sono triste e sconvolto. Ho seguito momento per momento la vicenda umana di Roberto. Posso soltanto abbracciare con struggente dolore Anna Maria e i ragazzi. E non dire altre parole. Conservare in silenzio il ricordo di una indimenticabile stagione passata ma non trascorsa.