Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Due progetti del Madre a Manifesta 12
«Inventory. The Fountains of Za’atari» di Margherita Moscardini e «Indagare il sottosuolo. Atlante delle storie omesse» di Lara Favaretto sono i due progetti con i quali il Madre partecipa oggi e domani a Palermo a Manifesta 12. Ovvero la Biennale nomade europea, nata nei primi anni ’90 in seguito al nuovo quadro politico, economico e culturale emerso dal crollo del Muro di Berlino.
I due partecipanti sono vincitori, rispettivamente, della prima e della seconda edizione del bando «Italian Council 2017», ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Mibact. Per quanto riguarda «Inventory» l’appuntamento è per oggi alle 18 alla Galleria d’Arte Moderna «Empedocle Restivo». Il progetto è promosso dalla Fondazione Pastificio Cerere di Roma ed è frutto della ricerca di Moscardini all’interno di Camp Za’atari, il secondo campo per rifugiati più grande al mondo. L’artista parte dall’osservazione del sistema idrico del campo, inventariando le fontane costruite dai residenti nelle proprie case, provando a immaginarle come sculture destinate ad acquisizioni internazionali. È prevista la realizzazione di un libro d’artista e di una scultura che saranno destinati alla collezione del Madre. «La nostra programmazione – spiega Laura Valente presidente della Fondazione Donnaregina – si è ampliata, nel 2017, grazie a collaborazioni con importanti musei e centri di ricerca italiani, come la Fondazione Re Rebaudengo di Torino, il Parco Archeologico di Pompei e la Fondazione Pastificio Cerere di Roma. Entrambi i progetti che presentiamo a Manifesta 12 seguono questo solco, interpretando come Fondazione un ruolo attivo di istituzione pubblica, che opera fra radicamento territoriale e una visione strategica dell’investimento culturale, nazionale e internazionale».
Domani toccherà invece all’«Atlante» di Lara Favaretto, che per la sezione Collaterals, sarà presentato a Palazzo Branciforte, grazie alla collaborazione fra il Madre e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. L’idea nasce da un’indagine conoscitiva di Pompei, città antica e contemporanea, attraverso narrazioni e storie sconosciute, ipotesi e interpretazioni. Una pubblicazione digitale le ricostruirà mentre i carotaggi saranno esposti nel Parco Archeologico di Pompei (che è partner del progetto) e poi archiviati in un contenitore, una sorta di Time Capsule o macchina del tempo, che sarà sotterrata fra gli scavi della città vesuviana. «Nel suo progetto – conclude il direttore del Madre Andrea Viliani - Lara Favaretto, connettendo Storia e storie esplora spazi e tempi diversi che si pongono in un continuum denso di potenzialità, di scoperta e di racconto, in grado di ridefinire criticamente il concetto e l’esperienza stessi di cosa siano un’opera d’arte, una mostra, un museo».
Territori I lavori narrano di campi profughi e degli scavi di Pompei