Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La scomparsa di Gennaro Cilento, re della Trip Art
Era intitolata «Arte alla fermata del treno» l’ultima mostra collettiva di pittura e scultura alla quale aveva partecipato Gennaro Cilento, organizzata dall’associazione Itinerarte fino al 20 maggio al Museo Ferroviario Piemontese di Savigliano, in provincia di Cuneo. Con lui avevano esposto altri quindici giovani artisti di varie città italiane. Ma alla fermata del treno s’è fermato anche lui, stroncato pochi giorni fa da un infarto a 43 anni, tra lo sconcerto di amici e colleghi. Cilento era molto conosciuto come inventore della Trip Art, per il suo spirito libero e generoso e per i quadri colorati e vivacissimi. Negli ultimi tempi era anche responsabile della comunicazione di una galleria d’arte, ma il suo nome è soprattutto e indissolubilmente legato alla stagione artistica degli anni ’90 a Napoli, quando faceva parte della posse «Mario Pesce ’a Fore», che si pose in maniera critica verso tutto quello che era accademico e costituiva il «pensiero unico d’artista». Oggetto principale delle critiche e delle azioni del collettivo, che contestava anche le Accademie di Belle Arti, era l’idea dell’arte figlia del mercato privato, quella che attribuisce alla creatività un valore che niente ha a che vedere con il suo reale valore simbolico. Le performance del collettivo, che sequestrava spazi preposti all’arte brandendo pistole giocattolo e indossando passamontagna, erano molto spettacolari. Cilento è stato dunque il padre della Trip Art, basata sul viaggio dell’umano a cavallo dei due millenni che con la sua pittura ha vissuto e sondato. La sua scomparsa è stata improvvisa e inattesa, in tanti gli hanno rivolto un ultimo saluto su Facebook. (a. l.)
Amato Stroncato da un infarto a 43 anni, era noto per il suo spirito generoso e libero e per i quadri colorati e vivaci