Corriere del Mezzogiorno (Campania)
UN DEGRADO SOCIALE OLTRE I LIMITI
ANapoli non valgono più nemmeno le regole del diritto internazionale umanitario. Proprio qui, dove alla metà dell’ottocento Ferdinando Palasciano teorizzava l’inviolabilità degli ospedali e dei feriti in tempo di guerra, non sono più inviolabili nemmeno gli ospedali. Questa settimana due ragazzi giovanissimi hanno chiamato un’ambulanza per soccorrere due loro amici lievemente feriti per un incidente in motorino. A fronte del fatto che i soccorsi tardavano ad arrivare perché, non essendoci feriti gravi, non era un intervento prioritario, hanno fatto irruzione nel pronto soccorso del Loreto mare, hanno costretto a sbarellare dalla prima ambulanza che hanno trovato una donna anziana appena arrivata in ospedale e hanno sequestrato il mezzo, l’autista e l’infermiere, costringendoli a seguirli sul luogo dell’incidente. Al di là del fatto che hanno commesso un reato inutile, perché nel frattempo un’altra ambulanza (quella inviata dal 118 secondo i normali criteri di un Paese normale in tempo di pace) era già arrivata a prestare soccorso ai feriti, l’episodio segnala un ulteriore aggravamento del degrado sociale e culturale della città. Se non sbaglio, si tratta del secondo caso in poche settimane di soccorso fai da te ad amici feriti, con delinquenti che decidono che l’attesa è troppa e quindi vanno a prendersi con la forza medici e ambulanze.
A questi episodi si aggiungono un po’ di casi sparsi di medici e infermieri presi a pugni, oltre alle solite scene isteriche alle quali chiunque abbia avuto la sventura di entrare in un pronto soccorso napoletano ha senza dubbio assistito.
Il soccorso autogestito sta diventando un habitus culturale, non può più essere derubricato a episodio isolato di balordi isolati. È un salto di qualità nel modo di rapportarsi con le istituzioni e le regole della convivenza civile di giovani camorristi, o aspiranti tali, che non hanno più nessun senso del limite. Nemmeno le regole umanitarie valevoli in tempo di guerra.
Solo scorrendo le notizie degli ultimi giorni, oltre all’attacco al sistema sanitario pubblico, si trova un ragazzo ammazzato a sangue freddo all’uscita di una discoteca per qualche parola di troppo, un negozio fatto esplodere in via Toledo, gruppi di giovanissimi che pestano a sangue il primo che capita anche in pieno giorno. Sembra un bollettino di guerra, non la cronaca di una città europea, per quanto grande e difficile possa essere.
Forse è tempo di prendere atto che il livello di degrado sociale è ampiamente oltre il limite tollerabile da una comunità che voglia scongiurare la disgregazione definitiva.
Qualunque discorso su Napoli, sulle prospettive del suo sviluppo, sui suoi assetti istituzionali, sulle alleanze politiche, rischia di non avere alcun senso se non si ripristinano condizioni minime di legalità all’interno delle quali le persone possano, prima di tutto, vivere.
Non so se siano necessari provvedimenti speciali o altro, ma credo che le istituzioni e i politici napoletani debbano ritrovare un’unità di intenti, che consenta di chiedere con forza al governo nazionale, e specialmente alla sua componente grillina che qui ha fatto il pieno di voti, che dedichi tutta l’attenzione e le risorse necessarie a generare finalmente un’inversione di tendenza verso una dinamica di progresso civile ed economico.
” La consapevolezza Forse è tempo di prendere atto che il livello di scadimento sociale è ampiamente oltre il limite tollerabile da una comunità che voglia scongiurare la disgregazione definitiva