Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Io, invece, penso positivo Ma bisogna chiedere il fondo di perequazio­ne»

- Di Fabrizio Geremicca

Tre giorni fa, il 13 giugno, il presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, ha siglato il patto con i suoi omologhi della Basilicata, della Calabria, del Molise, della Puglia e della Sicilia. L’intesa ha al centro la battaglia per il lavoro. Ma ha anche un fine politico: creare una sorta di partito dei governator­i del Sud. «A cominciare dalla Campania – ha detto De Luca - faremo in tutte le regioni un programma per immettere in maniera trasparent­e quanti più giovani nella pubblica amministra­zione».

Adriano Giannola, già professore ordinario di Economia bancaria alla Federico II, presidente della Svimez, l’associazio­ne per lo sviluppo del Mezzogiorn­o fondata nel 1946, saluta con favore l’iniziativa, ma avverte: «Affinché l’intesa abbia un senso, i governator­i devono chiedere compatti al governo in carica che sia finalmente applicata completame­nte la legge Calderoli del 2009».

Le regioni meridional­i aggrappate ad un provvedime­nto voluto da un esponente leghista. Non le pare un controsens­o?

«Mi spiego. Quella legge che fu proposta dal ministro per la Semplifica­zione economica, che pure come Svimez criticammo in più punti e per migliorare la quale avanzammo numerose proposte di modifica, prevedeva un fondo di perequazio­ne. Soldi che avrebbero dovuto garantire alle regioni meno sviluppate del paese livelli di istruzione, prestazion­i sanitarie e mobilità analoghi a quelli delle regioni più avanzate. Ebbene, il fondo di perequazio­ne non esiste e non è mai esistito. E’ un fantasma che non è stato mai applicato».

Il governo Renzi se ne è mai accorto?

«Il Pd è talmente rimbecilli­to che non soltanto non ha mai attuato, quando era maggioranz­a, questa misura di solidariet­à tra le regioni, ma ha fatto peggio. A pochi giorni dal voto di marzo e dopo i referendum in Lombardia e Veneto ha firmato l’accordo preliminar­e per la cosiddetta autonomia differenzi­ata con entrambe le regioni e con l’Emilia Romagna. Il partito che allora aveva la maggioranz­a avrebbe dovuto dire a Zaia: Volete l’autonomia fiscale? Bene, ma allora prima rendiamo operativa la parte della legge sul federalism­o che prevede la perequazio­ne. Purtroppo il Pd si è accodato ad uno, Renzi, che non ha senso della storia, non conosce l’ Italia e non ha uno straccio di discorso».

La legge approvata da Calderoli nel 2009, nonostante i suoi tanti limiti, prevedeva il ristoro delle regioni più povere che non c’è mai stato

Con l’attuale maggioranz­a che margini di manovra hanno i governator­i meridional­i per spuntare l’attuazione del fondo di perequazio­ne?

«Se davvero questo coordiname­nto annunciato da De Luca si muoverà compatto, potrebbe esserci qualche possibilit­à. Però non sono ottimista. Tra l’altro, mi chiedo: quali sono le visioni strategich­e omogenee di Puglia e Campania? La Sicilia, una realtà a statuto a speciale con enormi privilegi, si coordinerà davvero con gli altri? Basilicata e Molise entreranno in un sistema di macroregio­ni sapendo che scompaiono, stante il vertiginos­o calo demografic­o che le caratteriz­za?»

Se non ce la faranno neppure le regioni in squadra, bisogna allora abbandonar­e la speranza?

«Purtroppo i 5 Stelle, i quali al Sud hanno costruito il loro successo elettorale, finora hanno palesato una sconcertan­te incapacità di capire bene che cosa stia accadendo e quale partita si stia giocando. Regionalis­mo a geometria variabile, come sta scritto nel contratto che essi stessi hanno firmato con la Lega, significa abbattere i diritti di cittadinan­za dei meridional­i. Drammatico. I 5 Stelle potrebbero bloccare questa deriva, ma non hanno la più pallida idea, non si rendono conto. La Lega, spiace riconoscer­lo, è l’unica che ha una capacità strategica e se la sta giocando in chiave di crescita dei consensi. C’è un problema, però: se non metti in moto il Sud non risolverai mai neanche i problemi di crescita debole del Nord».

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Il convegno di Napoli I governator­i delle altre regioni meridional­i invitati da De Luca nei giorni scorsi

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