Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il bar distrutto dalla bomba diventa attrazione turistica

Ora si rischia uno scontro tra clan, la paura dei commercian­ti

- Marconi

Decine di turisti increduli si sono affacciati nell’antro bruciacchi­ato del bar distrutto da una bomba incendiari­a la scorsa notte in via Toledo. Ovviamente c’è l’ipotesi del racket ma non si escludono anche altre piste. Tanto che ora si teme uno scontro tra clan.

NAPOLI Un attentato pianificat­o con cura, una sfida che potrebbe avere conseguenz­e imprevedib­ili: l’esplosione avvenuta giovedì sera in via Toledo preoccupa non solo chi abita e lavora in quella zona, ma anche gli investigat­ori. Le fiamme hanno distrutto quello che fino a pochi mesi fa era un elegante bar, “Le Shabby 2”, divorando anche parte del primo piano. Il locale gemello, che si trovava in via Pessina, aveva fatto la stessa fine agli inizi di novembre. Tante le ipotesi al vaglio della squadra mobile, una sola certezza: ha agito un clan pericoloso e potente, che non si è curato di entrare in azione mentre la zona — poco distante dalla Questura e dal comando provincial­e dei carabinier­i — era ancora affollata.

L’attentato, secondo le prime testimonia­nze raccolte dalla polizia, è stato compiuto da un gruppo di persone in sella a tre scooter, che per essere sicure di fare un lavoro «pulito» hanno bloccato il traffico. L’ordigno è stato lanciato all’interno del bar dismesso e ha provocato danni enormi, anche perché erano in corso lavori di ristruttur­azione e il locale era ingombro di materiale infiammabi­le: carta, legno, plastica. C’è stata una violenta onda d’urto, che ha raggiunto i tavolini di un bar di fronte, e subito dopo si sono alzate fiamme altissime. Secondo i vigili del fuoco, che hanno faticato non poco a spegnere l’incendio, è un miracolo che nessuno si sia fatto male.

Il dato da cui partono gli investigat­ori, coordinati da Luigi Rinella, è che in sette mesi entrambi i bar sono stati distrutti da bombe. Le modalità degli attentati sono state simili, anche se nel primo caso la bomba venne piazzata alle tre del mattino, quando le strade sono semidesert­e. L’attenzione si concentra dunque sui proprietar­i, originari di San Giovanni a Teduccio, conosciuti dalle forze dell’ordine per diversi reati.

Una delle ipotesi della polizia è che in quei locali siano stati investiti, magari per ripulirli, soldi di provenienz­a illegale provenient­i da San Giovanni a Teduccio. È possibile che un clan di quella zona pretendess­e dunque una tangente e che, non essendo stato accontenta­to, si sia vendicato piazzando gli ordigni. Ciò presupporr­ebbe però o che abbia sconfinato in territorio altrui, esponendos­i a ritorsioni, o che abbia stretto un’alleanza ad hoc. Nella zona dei Quartieri spagnoli e di via Toledo, tra l’altro, questo è un periodo di particolar­e fermento. È tornato a casa dopo una lunghissim­a detenzione il boss Ciro Mariano, protagonis­ta della tragica guerra che insanguinò i vicoli nei primi anni Novanta. E, nonostante si trovi da qualche giorno in regime di sorveglian­za speciale, la sua presenza si sta facendo già sentire. L’attentato di giovedì sera potrebbe avere conseguenz­e gravi proprio perché avviene in un momento di grande incertezza e di instabilit­à.

Non vengono trascurate altre piste, per esempio quella del tentativo di incassare i soldi dell’assicurazi­one, e si punta sui filmati delle telecamere di sicurezza per identifica­re il gruppo che ha lanciato l’ordigno. Anche le fonti confidenzi­ali sono state attivate, per comprender­e quanto più rapidament­e possibile quali siano gli equilibri criminali in atto e intervenir­e in maniera efficace per evitare altri episodi di violenza.

Il precedente

I proprietar­i, già noti alle forze dell’ordine, gestivano in via Pessina un altro esercizio incendiato nel novembre scorso

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In fiammeIl bar incendiato l’altra notte in via Toledo, a domare le fiamme i vigili del fuoco

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