Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’inquilino: «Io vivo per miracolo» Il negoziante: «Ora sono rovinato»
Le fiamme per una manciata di secondi non hanno investito un ragazzo e sua madre
NAPOLI «Siamo vivi per miracolo, questione di pochi secondi», racconta un residente dei piani alti del palazzo al 33 di via Toledo dove è esploso — con un ordigno piazzato all’interno invece che gettato contro la saracinesca come si credeva inizialmente — l’ex caffé “Le Shabby 2”, chiuso da diversi mesi. Tra le varie testimonianze da verificare c’è anche chi avrebbe visto due ragazzi in motorino che, intorno 22.30 di giovedì, poco prima dell’esplosione, avrebbero “bloccato” il traffico in piazza Sette Settembre, ma saranno le telecamere attive su entrambi i lati di Toledo alta a confermare o meno.
L’esplosione per una manciata di minuti non ha investito gli avventori della Caffetteria Daniele sull’altro lato della strada. «La saracinesca del bar è finita contro uno dei nostri tavolini occupato solo dieci minuti prima». Via Toledo non ricorda precedenti del genere, fatta eccezione per il 10 novembre scorso quando al 73 di via Pessina, poco più sopra, sempre un’esplosione ha distrutto un locale delle stesse persone, anche quel bar si chiamava “Shabby” e la bomba scoppiò alle 3.30 del mattino nella notte tra giovedì e venerdì.
Ieri in via Toledo piangevano i proprietari dell’immobile esploso, risiedono a Capri. Hanno un contenzioso con i soci dello Shabby per mesi d’affitto non percepiti e dicono di non averli mai incontrati. Lo “Shabby”, che ha aperto nel 2017 solo per poche settimane, prima era una profumeria. Il locale andato distrutto con il piano superiore e un negozio di scarpe affianco (il titolare, Giordano, ieri raccoglieva il salvabile caricando in auto diecine di scatole di scarpe annerite dal fumo: «Mi è andato a fuoco anche il magazzino, almeno 100 mila euro di danni») ha una porta che dà all’interno del palazzo. Davanti a questa porta un ragazzo di 17 anni aveva lasciato il suo motorino. «Ieri sera alle 22.30 ho tolto le chiavi dal quadro e sono andato ad aprire il garage poi ho sentito l’esplosione, la porta ha investito il motorino gettandolo contro le scale» racconta Christian. Stava uscendo con sua madre che nel frattempo «non riusciva ad accendere l’auto, per fortuna», prosegue suo padre, Gianni Eliseo: «Ho detto a mia moglie di ripararsi e quando si sono ritirate le fiamme ed è diminuito il fumo li ho fatti uscire».
«Atto estorsivo? A noi non capita» dice Rosario Ferrara, presidente del Consorzio Toledo Spaccanapoli (esercenti): «Non conosco i titolari dello Shabby, non sono nostri associati, li incontrai solo una volta quando una banda, poi arrestata, tentò anche con lo Shabby una “spaccata”, riuscirono a danneggiare dieci locali in una settimana ma a Toledo non è mai successo altro ed erano piccoli criminali. Stamane le attività commerciali sono senza luce e telefono e una famiglia, Giordano, è praticamente finita in mezzo alla strada, vorremmo capire chi pagherà questi danni. Abito qui e i residenti hanno subìto lo stesso spavento prima di Natale. L’intera città non ne esce bene. Noi siamo gli esercizi storici, l’associazione lavorando assieme al Fai di Grasso monitora le attività ma crediamo che per primi i proprietari dovrebbero fare la loro parte».
Corre sul posto pure Luigi Carbone, vicepresidente della Municipalità: «Vogliamo subito incontrare prefetto e questore, due esplosioni in pochi mesi, c’è qualcosa in atto che vogliamo capire, qual è la pista che collega i due attacchi con ordigni e vorremmo che facciano squadra col consorzio in rete col Fai, abbiamo chiesto che il prefetto rimetta le Municipalità nel Comitato per l’Ordine pubblico perché primo bacino di notizie dal territorio. Via Toledo è tranquilla, questi sono episodi residuali, ma spaventano. Il caro-affitti rende difficile tenere aperte attività in centro per i comuni mortali, per le economie sommerse o i grandi gruppi finanziari è diverso e i proprietari dovrebbero comprendere che sarebbe meglio rinunciare a qualche euro in più al mese».