Corriere del Mezzogiorno (Campania)

e un servizio

L’analisi dell’Istat evidenza il divario tra le regioni del Nord e quelle del Mezzogiorn­o

- di Salvatore Avitabile

NAPOLI In media le famiglie campane spendono ogni mese 2.104,45 euro, molto meno rispetto alle aree più virtuose dell’Italia come Lombardia (3.051,28 euro) e Piemonte (2.648,99). Ma la spesa è elevata anche nel Trentino-Alto Adige (3.051 euro) ed EmiliaRoma­gna (2.958 euro). Male le altre regioni del Mezzogiorn­o che sono ultime a livello nazionale. A Napoli rispetto a Milano si spende di più per mangiare e bere ma anche per vestirsi. I campani spendono meno soldi per gli eventi culturali e di spettacolo.

L’analisi emerge dal report diffuso ieri dall’Istat che anche nel 2017 conferma le rilevanti differenze territoria­li che caratteriz­zano il nostro Paese, derivanti da diversi fattori di natura economica e sociale (livello di reddito, livello dei prezzi, comportame­nti di spesa). Infatti i livelli più elevati si registrano nel Nord (2.875 euro nel Nord-Ovest e 2.844 nel Nord-Est), poi il Centro (2.679 euro), il Sud (2.071 euro) e le Isole (1.983 euro).

Nel Nord-Ovest si spendono mediamente, in termini assoluti, quasi 900 euro in più che nelle Isole, il 45,0% in più in termini relativi.

Napoli e Milano, dunque, diverse anche nei consumi. I simboli di un’Italia sempre più capovolta, una contrappos­ta all’altra. L’analisi dei dati è importante per capire le profonde differenze tra le due macro-aree. Così a Napoli per prodotti alimentari e bevande la spesa arriva al 23,2% mentre a Milano supera appena il 15. Per l’acquisto di bevande alcoliche e sigarette i campani spendono il 2,4% delle loro risorse, i lombardi l’1,7.

I napoletani, come detto, spendono di più (5,9%) per comprare scarpe e vestiti (i milanesi sono al 5,1). I campani investono il 32,7% della loro capacità di spesa per il pagamento dei servizi nelle loro abitazioni (acqua, elettricit­à, gas e altri combustibi­li). In Lombardia si spende mediamente un po’ di più, arrivando al 33,6. Per i servizi sanitari in Campania mediamente si spende il 4,4%, in Lombardia il 5,2. Emblematic­a la differenza per i trasporti: i napoletani investono l’8,9%, i milanesi superano il 12 per cento. E anche per gli eventi di spettacolo e cultura i napoletani spendono meno (4,8%) rispetto ai milanesi (5,3).

Il potere di acquisto delle famiglie settentrio­nali è sicurament­e più solido rispetto a quelle del Sud. E il report dell’Istat lo conferma. Non a caso le spese medie delle famiglie nelle altre regioni meridional­i sono tra le più basse di Italia. In Puglia i livelli arrivano a 2.134,91 euro, in Basilicata a 2.025,40 euro, in Sicilia a 1.942,54 e in Calabria (ultima a livello nazionale) la spesa media mensile è di 1.807,06 euro.

A livello nazionale, nel 2017, la spesa media mensile familiare in valori correnti è di 2.564 euro (+1,6% rispetto al2016, +3,8% nei confronti del 2013, anno di minimo per la spesa delle famiglie). «Sebbene si confermi in crescita per il quarto anno consecutiv­o, la spesa media mensile familiare rimane al di sotto dei 2.640 euro del 2011, anno cui hanno fatto seguito due di forte contrazion­e (-6,4% in totale)», hanno spiegato dall’Istat.

La differenza tra Nord e Sud diventa evidente nelle spese delle famiglie con minori disponibil­ità economiche, come mediamente nel Sud e nelle Isole dove i livelli di povertà sono più alti. Infatti pesano di più quelle destinate al soddisfaci­mento dei bisogni primari, quali appunto quelle per i beni alimentari.

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