Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’Umberto sceglie Quasimodo Al Mercalli vince il saggio breve Il liceo di Di Maio va su Moro
IL LICEO DI LUIGI DI MAIO La traccia politica è preferita alle altre. Alcuni si sono cimentati con massa e propaganda
Ieri il primo giorno delle prove d’esame alla maturità per migliaia di studenti campani. Come di consueto l’inizio prevedeva la prova di italiano. All’Umberto in molti hanno scelto la solitudine con i versi di Quasimodo; al Mercalli il saggio breve. A Pomigliano, Moro e De Gasperi.
NAPOLI Il liceo classico e scientifico «Vittorio Imbriani» di Pomigliano d’Arco è da qualche anno tra le scuole superiori più famose d’Italia. È stato infatti frequentato dall’attuale ministro del Welfare e vicepremier Luigi Di Maio. Un «fardello» portato con onore dagli studenti che ieri mattina si sono presentati ai cancelli dell’istituto per sostenere la prima prova dell’esame di maturità.
Luigi Di Maio più volte ha ricordato il suo esame di Stato all’Imbriani sostenuto nel 2004: «Sono arrivato all’esame – racconta Di Maio – prima ancora di compiere 18 anni. Ricordo che la traccia del tema che scelsi per la prima prova era sull’Europa e sui suoi valori. La fatidica notte prima degli esami – aggiunge il vicepremier – l’ho passata studiando perché tenevo molto ad ottenere un buon risultato. Il giorno dopo mi presentai a scuola, probabilmente ero l’unico ad indossare una giacca e sotto una semplice una t-shirt, perché davo la massima importanza a quell’appuntamento. Tutti i professori apprezzarono, ma il membro interno invece dopo l’esame orale mi prese in giro e mi disse che non avevo avuto il massimo dei voti perché la commissione si era sentita oltraggiata dal mio comportamento. Non la presi bene e vedendo che mi stavo arrabbiano, il professore invece si mise a ridere, rivelandomi che stava scherzando».
Di Maio alla fine prese il massimo dei voti: 100/100. Il vicepremier tra l’altro nel corso dei suoi studi liceali si era fortemente impegnato nell’attività teatrale a scuola e guarda caso il liceo Imbriani oggi è uno dei pochi istituti in Italia in cui sono state create delle classi dove l’arte del teatro è materia curriculare.
E proprio qualche settimana fa gli studenti delle due classi teatrali di questa scuola hanno riscosso successo al 24° Festival Internazionale del teatro Classico dei Giovani al teatro di Palazzolo Acreide in provincia di Siracusa, ripetuto a Pompei pochi giorni fa.
I er i , poi, guarda caso t r a l e tracce più gettonate dai maturandi dell’Imbriani c ’erano le due più vicine proprio al mondo della politica: quella storica sulla cooperazione internazionale, con un focus sugli statisti Alcide De Gasperi e Aldo Moro, a 40 anni dal rapimento e dall’uccisione dell’esponente della Dc, e il saggio breve in ambito sempre storicopolitico su massa e propaganda.
«Sì proprio quello su massa e propaganda mi ha subito convin- to – spiega uno degli studenti dell’Imbriani, Daniele – perché sicuramente incentrato sui totalitarismi e sul fatto che la propaganda necessita di un nemico per essere messa in atto. Il tema è molto attuale ma trova altrettanti riferimenti nel passato».
Ma gettonatissimo anche la “cooperazione internazionale”: «Diciamo che in un certo senso – spiega Antonio – era atteso soprattutto il riferimento ai 40 anni dall’uccisione di Aldo Moro, ed anche se storico quello della cooperazione internazionale è comunque un argomento quanto mai attuale in questo momento». E pare invece che qui all’Imbriani in pochi, probabilmente i più s t u d i o s i , a b b i a n o a f f ro n t a to l’analisi del testo ed in particolare del brano sulle persecuzioni razziali tratto da «Il giardino dei Finzi Contini» capolavoro di Giorgio Bassani.
«Era probabilmente quello più complicato – racconta Alessia – però anche più interessante da analizzare ed affrontare. Mi è piaciuta molto come traccia».