Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Maxi-frode fiscale Coinvolti commercialisti e imprenditori
Coinvolti commercialisti e imprenditori. Tra gli ignari beneficiari l’attore Biagio Izzo
NAPOLI Il sistema era semplice, tuttavia ha consentito a centinaia di debitori dell’erario di azzerare i propri debiti tributari (in tutto 150 milioni) attrave r s o i l meccani s mo d e l l e compensazioni: venivano presentati modelli F24 in cui erano indicati il debito del cliente e un credito fiscale inesistente che compensava tale debito. Tra quelli che, a loro insaputa, hanno beneficiato del trucchetto figurano l’attore Biagio Izzo e l’imprenditore Paolo Calabresi Marconi, marito del- la conduttrice Alessia Marcuzzi. Le misure cautelari notificate dalla Guardia di Finanza sono 16; agli indagati è contestata l’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale. Promotore dell’associazione è considerato risultato Renato De Luca, titolare della società «NDL S.r.l.s», che fornisce «servizi a sostegno delle imprese»: utilizzando conti correnti personali o di altri associati compensava i debiti tributari dei propri clienti con crediti fiscali inesistenti. Pro- prio tra i suoi clienti figurano Izzo (cui è stato azzerato un debito di circa 190.000 euro) e Paolo Calabresi Marconi (663.000 euro). Tramite l’avvocato Angelo Pisani, che lo assiste, l’attore fa sapere di conoscere De Luca solo superficialmente, per averlo incontrato qualche volta in teatro. Il debito che aveva con l’erario, inoltre, è stato di recente «rottamato».
I modelli F24 venivano presentati direttamente in banca oppure attraverso i servizi di internet banking messi a disposizione dagli intermediari finanziari. Sfruttando il fatto che i modelli F24 presentati con queste modalità sfuggivano ad un controllo immediato dell’amministrazione finanziaria (diversamente dai modelli F24 presentati tramite i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate), gli indagati erano soliti versare un solo centesimo di euro per ogni operazione fraudolenta. Ad esempio, se il debito del cliente era pari a 10.000 euro, il sodalizio indicava nel modello F24 un credito inesistente di 9.999,99 e versava la differenza di un solo centesimo. Questo è infatti l’importo minimo previsto dalla legge per fare compensazioni tramite i servizi di home banking.
Le indagini sono dei pm Maria Teresa Orlando, Maria Sofia Cozza e Daniela Varone, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Le ordinanze del gip Anna Laura Alfano sono state notificate dal nucleo di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza, diretto dal colonnello Giovanni Salerno. Tra il 2013 e il 2018 sono stati trasmessi oltre 5.000 modelli F24 versando un centesimo o poco più per ogni modello. In tal modo sono state azzerate cartelle di pagamento e ruoli della riscossione per oltre 150 milioni con un versamento di appena 108,46 euro. In cambio delle compensazioni illecite, gli indagati ottenevano dai clienti compensi che arrivavano al 15 per cento del debito azzerato.