Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sanità, un progetto Pon rivolto a 400 minori «Facciamo inclusione»
NAPOLI Educazione, accompagnamento e formazione. Il rione Sanità diventa ancora una volta un grande laboratorio di sperimentazione sociale.
Partirà, infatti, nel giro di qualche mese il progetto Piter, un modello di intervento promosso dalla Prefettura, dal capo della Polizia, e dalla III Municipalità, che vedrà coinvolti diversi attori del territorio e che intende avviare una modalità di intervento, efficace e replicabile, per la presa in carico precoce e globale di bambini e ragazzi a grave rischio di esclusione sociale, criminalità e devianza. S o no 4 , 2 i mil i o ni di e uro messi a disposizione delle progettualità previste, grazie al Pon Legalità e alla Regione Campania, che serviranno a finanziare il progetto Piter. Il centro nevralgico delle attività, invece, sarà messo disposizione dal Comune di Napoli. Si tratta di un enorme centro in disuso di 7mila mq in via dei Cristallini.
L’idea progettuale, che coinvolgerà oltre 400 minori del rione Sanità, si fonda sulla volontà di affrontare alcune problematiche del territorio, in particolare l’elevato tasso di dispersione scolastica e la diffusa povertà educativa. L’intervento sarà volto a consolidare buone pratiche di cooperazione tra le istituzioni locali e la comunità educante del territorio, scuole, centri educativi e famiglie che quotidianamente sono al fianco dei minori più vulnerabili. «Per la prima volta viene stanziata una cifra così considerevole per il finanziamento di una iniziativa che affronta il tema della dispersione scolastica e delle devianze minorili - ha detto Ivo Poggiani, presidente della III Municipalità-. L’attivazione di queste risorse, poi, permetterà di riempire di attività quello che sarà il più grande polo per le politiche attive giovanili del meridione e che resterà patrimonio del territorio».
Quello che accade al rione Sanità sembra essere un modello di intervento replicabile anche in altri contesti. «È stato possibile accedere ad un finanziamento così ingente – ha spiegato Laura Marmorale, assessore al Welfare della III Municipalità - perché qui si è stati capaci di realizzare importanti forme di aggregazione. Le scuole, i centri educativi, le parrocchie, cittadini e piccole aziende hanno avviato un importante processo di riscatto del quartiere, abbattendo anche i confini interni. Un processo che ognuno ha condotto sul proprio pezzo, ma ancora più importante ed efficace perché è stato in grado di produrre rete ed interazione».