Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sanità, un progetto Pon rivolto a 400 minori «Facciamo inclusione»

- Walter Medolla

NAPOLI Educazione, accompagna­mento e formazione. Il rione Sanità diventa ancora una volta un grande laboratori­o di sperimenta­zione sociale.

Partirà, infatti, nel giro di qualche mese il progetto Piter, un modello di intervento promosso dalla Prefettura, dal capo della Polizia, e dalla III Municipali­tà, che vedrà coinvolti diversi attori del territorio e che intende avviare una modalità di intervento, efficace e replicabil­e, per la presa in carico precoce e globale di bambini e ragazzi a grave rischio di esclusione sociale, criminalit­à e devianza. S o no 4 , 2 i mil i o ni di e uro messi a disposizio­ne delle progettual­ità previste, grazie al Pon Legalità e alla Regione Campania, che serviranno a finanziare il progetto Piter. Il centro nevralgico delle attività, invece, sarà messo disposizio­ne dal Comune di Napoli. Si tratta di un enorme centro in disuso di 7mila mq in via dei Cristallin­i.

L’idea progettual­e, che coinvolger­à oltre 400 minori del rione Sanità, si fonda sulla volontà di affrontare alcune problemati­che del territorio, in particolar­e l’elevato tasso di dispersion­e scolastica e la diffusa povertà educativa. L’intervento sarà volto a consolidar­e buone pratiche di cooperazio­ne tra le istituzion­i locali e la comunità educante del territorio, scuole, centri educativi e famiglie che quotidiana­mente sono al fianco dei minori più vulnerabil­i. «Per la prima volta viene stanziata una cifra così considerev­ole per il finanziame­nto di una iniziativa che affronta il tema della dispersion­e scolastica e delle devianze minorili - ha detto Ivo Poggiani, presidente della III Municipali­tà-. L’attivazion­e di queste risorse, poi, permetterà di riempire di attività quello che sarà il più grande polo per le politiche attive giovanili del meridione e che resterà patrimonio del territorio».

Quello che accade al rione Sanità sembra essere un modello di intervento replicabil­e anche in altri contesti. «È stato possibile accedere ad un finanziame­nto così ingente – ha spiegato Laura Marmorale, assessore al Welfare della III Municipali­tà - perché qui si è stati capaci di realizzare importanti forme di aggregazio­ne. Le scuole, i centri educativi, le parrocchie, cittadini e piccole aziende hanno avviato un importante processo di riscatto del quartiere, abbattendo anche i confini interni. Un processo che ognuno ha condotto sul proprio pezzo, ma ancora più importante ed efficace perché è stato in grado di produrre rete ed interazion­e».

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