Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Licosa», nel Fiano il sole e il mare del Cilento
Trattiene, per rilasciarlo nel calice, il caldo avvolgente del sole e il salmastro della schiuma del mare. Il Licosa, esordiente Fiano in purezza de «Il Colle del Corsicano», esprime in pieno le caratteristiche della vigna di provenienza, ubicata appunto sulla punta Sud del golfo di Salerno, che rientra nel piccolo, ma prezioso, patrimonio ampelografico dell’azienda condotta con passione dal giovane enologo Alferio Romito. Allievo del professore Luigi Moio come il suo amico Arturo Erbaggio col quale scambia spesso opinioni per realizzare il progetto che aveva ben chiaro fin da ragazzino: produrre vino. Dopo varie sperimentazioni, è riuscito ad arrivare al battesimo del fuoco, vale a dire al confronto col mercato. Dalla sua cantina esce anche il rosso Patrinus: Aglianico quasi in purezza con l’aggiunta di una piccola percentuale di Primitivo che conferisce un tocco di morbidezza in più. Ma restiamo al bianco, certamente più estivo, che si pone in sintonia con gli altri omologhi prodotti nei dintorni di Castellabate. Di colore paglierino carico, con qualche iniziale nuance dorata, il vino è brillante e consistente. Il corredo floreale è ampio. Nel bouquet trovano ampia rappresentazione aromi floreali (ho individuato la camomilla), di frutta matura (mela e pera soprattutto), note di miele, qualche spruzzo di agrumi. L’equilibrio gustativo è una promessa non ancora completamente onorata. L’asse del vino è infatti ancora spostato verso la sostenuta freschezza e la sapidità, che, tuttavia, in breve, contribuiranno più di ogni altro elemento alla compiutezza del sorso. Lunga la persistenza, finale pulito caratterizzato da ricordi di agrumi. Un bianco giovane, da sfruttare per la sua spiccata acidità. Lo servirei pertanto sulle fritture di pesce (alici, merluzzetti, triglie, pettini, seppia, calamaro, crostacei). Poi sarà perfetto per i grandi pesci bianchi al forno o alla brace.