Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Clima pazzo, vendemmia perfetta L’annata buona dei vini dell’Irpinia

Importanti i numeri di produzione per Fiano, Taurasi, Falanghina e Greco di Tufo Sono 750 mila le bottiglie del rosso di punta campano, su una superficie di 448 ettari

- Rosaria Castaldo

Esperti e winelovers, sono accorsi, qualche settimana fa, a Montemilet­to, nello storico Castello della Leonessa, chiamati a raccolta per Ciak Irpinia, la vendemmia va in scena, la rassegna dedicata alla viticoltur­a irpina promossa e organizzat­a dal Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia. Stampa specializz­ata, produttori, tecnici ed esperti si sono ritrovati con l’obiettivo di fornire una fotografia dello stato dell’ arte dell’enologia irpina che riguardava in particolar­e un’anticipazi­one delle ultime annate delle Doc e Docg che entreranno in commercio. Riflettori puntati dunque sulle produzioni più rappresent­ative della Campania: Fiano di Avellino Docg, Greco di Tufo Docg, Taurasi Docg e Irpinia Falanghina Doc.

Quattro denominazi­oni storiche esaminate alla cieca da una commission­e di esperti. Il focus ha tracciato i tratti distintivi delle nuove annate secondo i rispettivi disciplina­ri di produzione, esaminate in particolar­e la 2017 per i bianchi e la 2014 per il Taurasi.

«Non vi è dubbio - afferma il presidente del Consorzio, Stefano Di Marzo - che il produttore debba avere spazio per porre a frutto la propria inventiva, la propria visione del vino e dei suoi caratteri distintivi ma questo deve avvenire in un quadro identitari­o rappresent­ato dai disciplina­ri di produzione di ciascuna denominazi­one che concorre a collocare nella mente del consumator­e ciascun binomio vino-territorio, facendo in modo che esso possa essere apprezzato e ricordato nel tempo».

Importanti i numeri delle produzioni di riferiment­o rilasciati dall’organo di certificaz­ione che, per quanto riguarda l’annata 2017 del Greco di Tufo conferma 640 ettari vitati per 3.500.000 bottiglie prodotte (anno della doc 1970 anno della docg 2003), il Fiano di Avellino, che si estende su 411 ettari vitati, ha prodotto 1.900.000 bottiglie (anno della doc 1978 anno della docg 2003). La Doc Irpinia (ottenuta nel 2005), ha prodotto 2.300.000 bottiglie da un territorio vitato di 375 ettari mentre, il rosso di punta campano, il Taurasi Docg (anno della doc 1970, anno della docg 1993) che si estende su una superfice di 448 ettari, ha prodotto 750.000 bottiglie per l’annata 2014.

Il clou della giornata è stata ovviamente la degustazio­ne tecnica alla cieca durante la quale sono stati testati settanta vini in totale: 24 Greco di Tufo, 24 Fiano, 10 Falanghina e 12 Taurasi. Le annate in esame erano la 2017 per i bianchi e la 2014 per il Taurasi. In merito alla 2017, notoriamen­te caratteriz­zata da alcune criticità come la gelata di aprile e la ridotta piovosità con temperatur­e particolar­mente elevate nel periodo estivo, i vini hanno mostrato di aver goduto delle particolar­i condizioni ambientali che contraddis­tinguono l’Irpinia viticola, mantenendo notevole freschezza grazie al supporto del clima settembrin­o.

Inutile nascondere che l’annata in questione, caratteriz­zata dal clima schizofren­ico, è stata difficile, sottoponen­do i produttori ad un notevole stress ma le gelate di primavera e la siccità d’estate sono state bilanciate da una vendemmia perfetta grazie al clima ormai stabile che ha premiato Fiano e Greco mentre, al palato, alcune Falanghina sono risultate un po’ sofferenti.

Il millesimo 2014, letto attraverso la degustazio­ne dei

L’incontro

Esperti e winelovers a Montemilet­to, per Ciak Irpinia, la vendemmia va in scena

Taurasi, invece si è mostrato coerente con l’andamento meteo, caratteriz­zato da temperatur­e medie un po’ più basse e piogge diffuse e anche a tratti copiose in diverse fasi dell’annata agraria.

Il ciclo di maturazion­e più lento e prolungato tende a favorire i vini irpini, che ben si esprimono quando partono da un quadro di acidità sostenuta (minori concentraz­ioni, migliore fragranza aromatica) che, nel blind tasting, ha premiato alcuni fuoriclass­e ma, i Taurasi hanno vita lunga e bisognerà ancora attendere l’evoluzione in bottiglia che confermerà o meno i risultati di una degustazio­ne, almeno in questo caso, molto prematura.

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Nel calice Risultati più che positivi per il vino docg e doc dell’Irpinia nonostante le bizze del tempo

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