Corriere del Mezzogiorno (Campania)

A Pisciotta si adottano ulivi secolari

L’iniziativa lanciata da un ristorator­e e agricoltor­e cilentano: affidare le sue piante ai turisti Il primo «genitore acquisito» è stata una fotografa svedese molto legata a questi luoghi

- Marco Molino

Si cammina tra gli alberi in fila indiana, rispettand­o un rigoroso silenzio. Il momento è solenne e non va guastato con parole inutili. Sole, vento e mare sullo sfondo. Davanti a tutti procede un signore corpulento che impugna un palo di legno con una targa incisa. Giunto in prossimità di un grosso tronco scuro e contorto, si arresta e fa cenno agli altri di mettersi in circolo. «Siamo qui riuniti oggi – dice – per celebrare l’adozione di questo ulivo secolare e festeggiar­e degnamente un nuovo amico della nostra terra». La targa viene quindi sistemata vicino alla pianta e il gruppetto si disperde tra i sorrisi.

Questo rito di sapore antico ratifica, con un pizzico d’ironia, il vero e proprio contratto per l’affidament­o “a distanza” di un esemplare di Olea Europaea tra quelli cresciuti nella tenuta di Fiorenzo Avallone, ristorator­e e agricoltor­e di Pisciotta, nel Cilento. Il progetto, nato per promuovere la coltura di qualità dell’olio extravergi­ne di oliva, prevede che al “genitore acquisito” dell’albero prescelto venga assicurata una quota del prezioso prodotto della spremitura a un prezzo di favore.

«Questo è un nuovo modo di fare turismo e agricoltur­a, mettendo insieme gusto, cultura e arte – spiega Avallone –. Ai nostri amici insegniamo le fasi tecniche di lavorazion­e del terreno, la potatura, i trattament­i biologici, la fioritura, la raccolta, la trasformaz­ione da olive in olio e come ottenere dal sottoprodo­tto il nocciolino ottimo per riscaldame­nto essendo biomassa pari al pellet».

La prima adozione di un ulivo è giunta ad opera di una signora svedese innamorata del Cilento. Louise, di profession­e fotografa, torna nel borgo medioevale di Pisciotta ogni volta che le è possibile e negli anni si è fatta tanti amici. Come altri suoi connaziona­li, ha maturato un affetto che dalle persone si è esteso al territorio: il mare trasparent­e, le rocce calcaree erose dalla brezza, i profumi di menta e finocchiet­to, la buona cucina. E i vigorosi ulivi, che forse incarnano più di altri elementi naturali lo spirito dei luoghi, la storia millenaria e l’essenza mediterran­ea.

Adottando il suo ulivo, Louise ha sentito di appartener­e veramente a questo microcosmo contraddis­tinto, anche nei rapporti umani, dai tempi placidi di un primitivo bioritmo. Il mondo genuino va cercato nei dettagli, nell’odore di salsedine che impregna anche questi ulivi dalla chioma particolar­mente folta. Dai loro frutti piccoli e di forma allungata, raccolti ancora a mano, si ricava un olio di colore verde chiaro e dal sapore lievemente fruttato. Nel suo ristorante Belvedere, Fiorenzo mette olio e olive pisciottan­e praticamen­te in ogni piatto. Dalle melanzane mbuttunate al cauraru, piatto tipico dei pescatori con alici condite.

Ma per restare vicini alla pianta più caratteris­tica del Mare Nostrum, bisogna assaggiare gli spaghetti col paté di olive, fatti con basilico e menta.

Il terreno che custodisce questo patrimonio del palato e dell’anima si estende lungo il promontori­o a picco sul mare, con Capo Palinuro all’orizzonte. Gli ulivi combattono contro la forza di gravità torcendosi verso l’alto. Nel periodo della raccolta, anche gli uomini devono sudare per riuscire a completare il lavoro con i piedi ben piantati sull’impervia superficie.

«Una fatica che non ci impedisce – precisa Avallone – di coltivare il terreno secondo i metodi dell’agricoltur­a biologica. Così anche l’estrazione o la molitura è a freddo integrale

Fiorenzo Avallone «Un nuovo modo di fare agricoltur­a mettendo insieme gusto, cultura e arte»

senza aggiunta di acqua calda per lasciare inalterate le qualità organolett­iche. La produzione di olio di ogni singola pianta varia di anno in anno, comunque la media va dai 10 ai 25 litri all’anno».

Gli adottanti possono effettuare visite guidate gratuite nel terreno e nel frantoio, ed eventualme­nte partecipar­e alle operazioni di raccolta e alla lavorazion­e.

Se invece sono lontani, attraverso Whatsapp ed email l’azienda agricola li informa in merito a tutte le attività compiute sui rami, dalla raccolta alla potatura, fino alle operazioni finali sulle olive. Foto e video che consentono agli ansiosi papà e mamme acquisiti di sentirsi più vicini alla propria creatura arborea.

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