Corriere del Mezzogiorno (Campania)
UN PIANO CHE INNOVA IL LAVORO
Èpossibile attendersi dal Piano per il lavoro nel settore pubblico della Campania, oltre all’importante immissione negli enti locali della regione di circa 10 mila unità lavorative a tempo indeterminato attraverso un percorso di reclutamento, formazione e 10 mesi di tirocinio retribuito, anche un impulso all’innovazione dei servizi necessari ai cittadini? Il punto di partenza non può non seguire le considerazioni svolte un mese fa dall’allora ministro De Vincenti, quando osservava appunto che l’assunzione di giovani nelle amministrazioni pubbliche deve essere fatta inevitabilmente «in funzione dei servizi necessari ai cittadini». Dove, fornire servizi ai cittadini significa collocarsi anzitutto all’interno della transizione digitale come caposaldo ineludibile di ogni processo d’innovazione della pubblica amministrazione, nella direzione del Piano Triennale per l’informatica approvato più di un anno fa. E significa procedere con un’analisi qualiquantitativa dei servizi da attivare, nonché delle procedure e flussi informativi necessari, delle caratteristiche proprie degli ecosistemi digitali di riferimento (sanità, protezione civile, ecc.), dei profili necessari sia per il processo di transizione al digitale, che per la gestione a regime del servizio, realizzando piattaforme capaci di rafforzare i diritti di cittadinanza.
Ma tutto questo può essere orientato anche a imprimere una profonda innovazione nel modo di governare la regione, inglobando in questo percorso anche le politiche territoriali?
Mercoledì scorso a Bologna, all’interno della presentazione della Fondazione per l’innovazione urbana promossa dal Comune e dall’Università di Bologna, che ha fatto conoscere i progetti e le attività dell’iniziativa, si è tenuta un’interessante assemblea con la sindaca di Barcellona Ada Colau. E sono state fornite alcune indicazioni che potrebbero essere tenute in considerazione qui da noi in Campania.
Che cosa ha ricordato Colau? Che la città è la dimensione migliore per «fare politica insieme» e che a Barcellona l’obiettivo principale è diventato quello di fare della città lo spazio politico della vita, puntando sull’accoglienza contro l’impostazione retriva del governo nazionale, offrendo servizi sanitari, di assistenza, e mettendo a disposizione dei migranti posti dove poter vivere dignitosamente.
Sviluppando così una capacità di decifrare le paure, correggendo in questo i limiti delle sinistre, e puntando proprio sull’innovazione delle città per combatterle, promuovendo piani di quartiere, per accrescere relazioni di vicinato, individuando i luoghi dove si manifesta una maggiore tendenza discriminatoria verso altre culture e religioni, ricercando nell’incontro uno dei modi per la ricostruzione della politica democratica dal basso.
Una politica di questo tipo si avvale di una strategia parallela condotta per la pubblicizzazione dei dati sulla città, per fornire alle scuole più risorse, mettendo a disposizione degli insegnanti nuovi strumenti in riferimento a temi d’interesse sociale.
È possibile pensare per la Campania un piano per il lavoro nel settore pubblico che sorregga, accompagni interventi mirati di innovazione delle politiche urbane che vada in questa direzione? Oltre a fornire un ricambio e un incremento vitale del personale della pubblica amministrazione, sarebbe utile anche in risposta alla svolta reazionaria del ministro Salvini.