Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Avellino, rottamati De Mita e Mancino Ma il grillino Ciampi non ha i numeri
Il primo cittadino pentastellato invita tutti a sostenere una giunta di salute pubblica
NAPOLI Ad Avellino nasce e finisce la Prima Repubblica (De Mita e Mancino), viene rottamata la Seconda (Umberto Del Basso de Caro e Vincenzo De Luca) e vorrebbe nascere la Terza. Quella del popolo, in giallo. Ma per ora si deve accontentare di un’anatra zoppa. Ché il sindaco, inaspettatamente straeletto al ballottaggio, il grillino Vincenzo Ciampi, è senza maggioranza e ora invita tutti, avversari e non, a un «governo di salute pubblica» che gestisca «le emergenze cittadine con responsabilità e per il bene di tutti».
Strana la vita, però. Chi avrebbe scommesso che gli antisistema sarebbero riusciti ad attaccare e azzoppare il sistema di potere più longevo della storia repubblicana? Eppure già il 4 marzo scorso i sintomi c’erano tutti. Basti pensare che nel collegio confezionato per far eleggere Giuseppe De Mita (e strappato a Rosetta D’Amelio), quello dell’Alta Irpinia, De Mita jr e i dem avevano preso la prima pesante sconfitta, battuti da Generoso Maraia, figlio di un attivista di sinistra che denunciava i disastri dell’Isochimica quando non lo faceva nessuno. Eppure si è andati avanti. Raccogliendo intorno ad una figura molto stimata in città, l’avvocato penalista (anche di Mancino) Nello Pizza, una coalizione monster che andava da De Mita a Mancino, incredibilmente insieme, Del Basso de Caro e De Luca, inspiegabilmente insieme. Il risultato? Primo turno: Pizza al 42 per cento (le liste invece al 52 per cento) e Ciampi appena al 20 per cento (la lista addirittura al 14). Dopo quindici giorni la situazione si ribalta: Ciampi al 59,5 per cento, Pizza al 40,5 per cento. Un risultato incredibile e che la dice lunga anche su quello che è accaduto nei supplementari ad Avellino. I tre avversari subito schierati con Ciampi, come se non bastasse anche qualche tradimento in casa Pizza. Eletto il pentastellato, anzi straeletto, ma senza maggioranza. In città, ovviamente, si festeggia. «In maniera contenuta», spiega Ugo Grassi, senatore 5 Stelle, che aveva preconizzato in qualche modo la vittoria. D’altronde il Movimento, che non ha mai avuto grandi risultati alle amministrative, in Campania aveva puntato su Avellino. Non a caso aveva calato gli assi: due i comizi di Luigi Di Maio e ben sette sottosegretari in supporto.
Ma il merito, dicono ieri durante una conferenza stampa affollatissima, per lo più va a Carlo Sibilia che «ha sacrificato la sua vita per cambiare la città e il Paese». Anche un po’ la storia dell’umanità ma questa è un’altra storia. C’è chi piange passando la parola a «Carlo Sibilia». «Oggi non è un punto di arrivo — dice —. Vincenzo è sindaco ma deve far sentire questa città libera. Questa città ha sofferto. Da oggi non saremo più pecore, ma cittadini liberi. Non accetterò mai più che un ragazzo di vent’anni di Avellino abbia possibilità diverse da un coetaneo di New York. Qualsiasi sistema di potere a lungo andare si logora». Ciampi ha già promesso che si ridurrà lo stipendio da sindaco. Ma nel frattempo deve riuscire a farlo. In consiglio comunale attualmente l’opposizione ha 18 consiglieri, la maggioranza 13. «Ma chi farà cadere un’amministrazione per uno sfizio politico?», ripete Sibilia. E mica ha torto. Prende la parola il sindaco e non ha nulla di bellicoso: «Riconosco a Pizza doti di equilibrio e serietà. Lavoreremo insieme per il bene di Avellino. Mi rivolgo a tutti i consiglieri eletti: da oggi ognuno di loro è consigliere della città non di un partito politico. Come lo è il sindaco». E in un impeto di chiarezza dice: «Me lo chiedo da ieri: perché Avellino ha cambiato strada? Perché il rapporto tra amministrati e amministratori non c’era più, quando manca il lavoro, quando manca la fiducia, il vecchio sistema di potere cade. Il merito dei 5 Stelle è aver capito le esigenze dei cittadini. Io sarò un sindaco di garanzia». Giorno dopo giorno, delibera dopo delibera. Il salto sul carro dei vincitori, poi, è uno sport sempre in voga. Si attendono nuove maggioranze.
Sibilia
È il politico che ha firmato la vittoria della svolta e adesso i cinque stelle vogliono cambiare tutto