Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Trovo fuori luogo il compiacimento del direttore Felicori
Caro direttore, trovo davvero fuori luogo il compiacimento autocelebrativo del dottor Mauro Felicori nel proprio operato all’indomani di un furto. Non basta affermare che «alla quantità di visitatori devono corrispondere tecnologie e personale adeguati», visto che avrebbe dovuto personalmente provvedervi lo stesso direttore, mentre nei locali dell’Accademia Aereonautica difettano le più elementari misure di prevenzione dei rischi ed, a quanto, pare, anche il personale non è adeguatamente formato.
Mi viene subito in mente il «Fate presto» di Warhol, un monito che intendo rivolto a tutti coloro che hanno istituzionalmente la responsabilità della conservazione, dello sviluppo e della tutela delle opere e che tardano a provvedervi.
Se poi è lo stesso direttore della Reggia ad affermare che la Collezione «merita un allestimento migliore dal punto di vista delle strutture e delle luci» bisognerebbe capire perché, invece, si è voluto mortificarla.
Spero non in nome degli «almeno 100.000 visitatori che hanno visto Terrae Motus», visto che, contestualmente, sempre secondo il dottor Felicori, i visitatori della Reggia sono incrementati di mezzo milione. E dunque, al suo posto, fisserei l’attenzione sui 400.000 che non l’hanno vista.
Prendo poi atto che il dottor Felicori mi percepisca come una minaccia per gli interessi dello Stato italiano, quando in realtà mi sono semplicemente rifiutata di aderire ad una bozza di convenzione che gli assegnava pieni poteri sulle opere della Collezione, autorizzandolo anche al loro prestito all’estero senza alcuna possibilità di veto da parte nostra.
In altre parole, il dottor Felicori pretendeva di violare mio tramite la volontà espressa nel testamento da mio fratello Lucio per cui «le opere della Collezione Terrae Motus, di proprietà della Fondazione Amelio, lego alla Reggia di Caserta, a condizione che esse siano esposte in permanenza, come già avviene attualmente...».
A quell’epoca, lo sottolineo, le opere della Collezione erano esposte in permanenza proprio in alcune sale della Reggia, così che la loro attuale collocazione nei grigi saloni dell’Aereonautica urta contro la chiara volontà testamentaria di mio fratello, esattamente come viola il testamento l’idea del direttore Felicori di concedere in prestito quelle opere ai musei di tutto il mondo.
Per completezza, segnalo che la mia personale posizione di erede di mio fratello Lucio e di contitolare della Fondazione proprietaria delle opere, non ha alcun bisogno dell’avallo del direttore Felicori che, infatti, non ho mai richiesto.
Ciò che pretendo è solo e soltanto il rispetto della volontà di mio fratello Lucio e, per essa, il rispetto del Direttore Felicori per le opere della Collezione, patrimonio d’arte ma soprattutto emblema di come l’Arte abbia contribuito a far risorgere una città ed una Regione dalle ceneri di un terribile terremoto.
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Consapevolezza
Prendo atto che il dottor Felicori mi percepisca come una minaccia per gli interessi dello Stato italiano