Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Migliore: «Pd, serve una discussion­e Trovo grave il caso Castellamm­are»

L’ex sottosegre­tario e la crisi Dem: «Auspico una linea e una leadership autorevoli»

- Paolo Cuozzo

NAPOLI La crisi del Pd, «che a Castellamm­are ha privilegia­to opportunis­mi alle scelte di partito». E, soprattutt­o, la mancanza di una presa di coscienza dopo le batoste dei Democratic­i a Napoli che «passi da una riflession­e all’interno del Pd o che vada anche oltre il Pd».

Gennaro Migliore, deputato dem ed ex sottosegre­tario alla Giustizia non si nasconde. E ammette che «la discussion­e nel partito fosse necessaria».

Discussion­e che però non è stata evidente, neppure a livello nazionale.

«Vero. E questo è grave perché comunque stiamo parlando di una grande forza democratic­a, l’unica che non sia populista come M5s o Lega».

Umberto Ranieri, in un intervento sul «Corriere del Mezzogiorn­o», lamenta non solo l’assenza totale di dibattito, ma auspica una nuova formazione politica di sinistra di estrazione cattolica.

«Precisiamo: nel resto del Paese la riflession­e post-voto è stata più forte. A Napoli, invece, è mancata del tutto. Tranne una riunione della direzione regionale rimasta a metà e che si sarebbe dovuta riaggiorna­re. Su un nuovo partito, invece, ho le mie idee».

Ce le dica.

«Sono convinto che un partito si dia una linea e scelga una leadership autorevole, il contenitor­e viene dopo. Così è un gioco di specchi: si parla infatti del contenitor­e per poi magari parlare del contenuto. Ecco: io preferisco il contrario».

Ranieri, ma non solo. Anche Bassolino piuttosto che de Magistris, ritengono che il renzismo abbia fatto danni e che sia giunta l’ora di un’alternativ­a.

«Chi, de Magistris?».

Esatto, anche il sindaco.

«De Magistris dovrebbe smettere di fare sempre e soltanto campagna elettorale. In questo è stato un anticipato­re dell’atteggiame­nto assunto poi da M5s e da Salvini. Almeno in questo, gli riconosco una costanza notevole. Ma così ha innescato solo conflitti».

Si riferisce a quello col governo o a quello con la Regione?

«Diciamo che vorrei, per il bene della mia città, che venissero superate determinat­e spigolosit­à tra istituzion­i che Napoli, in una situazione del genere, non può permetters­i. Con la Regione, infatti, il Comune dovrebbe collaborar­e di più. Purtroppo, però, vedo nel sindaco una buona dose di opportunis­mo politico. Piuttosto, mi aspetterei da lui una seria riflession­e su come sta andando la città. Invece non la fa mai».

Eppure de Magistris pensa il contrario, ritiene che Renzi abbia dissolto il Pd.

«Scusi, con tutto il rispetto per il sindaco della mia città, ma di che parliamo? De Magitris pensi al suo piccolo partito che si identifica con il suo nome: Dema. Non esageriamo. Dico davvero. Perché il Pd è un grande partito nazionale, democratic­o e, ribadisco, argine democratic­o ai populisti».

Tocchiamo un punto molto dolente: il caso Castellamm­are.

«Vicenda emblematic­a, come ha scritto sul Corriere da Antonio Polito. Emblematic­a e grave: aver dato indicazion­e di scheda bianca, tanto la sinistra di Leu quanto il mio partito, mentre in campo c’era una forza dichiarata­mente di destra che ha fatto tutta la campagna sul securitari­smo e l’aspetto peggiore del salvinismo; mentre in campo c’era Andrea Di Martino, che è un candidato iscritto al Pd. Un atteggiame­nto che ricorda un vetro opaco».

Cioè?

«Accordi politici, opportunis­mi. Aspetti sui quali ha una responsabi­lità molto forte il gruppo dirigente del mio partito».

Autolesion­ismo Vicenda emblematic­a quella stabiese, come ha scritto sul Corriere Antonio Polito. Emblematic­a e grave: aver dato indicazion­e di scheda bianca, tanto la sinistra di Leu quanto il mio partito, mentre in campo c’era una forza dichiarata­mente di destra

Che in realtà, come nel caso di Napoli dopo le politiche, non ha fatto ammenda.

«Non solo. La cosa grave è che il Pd si sia assolutame­nte chiamato fuori dalla campagna elettorale alla fine del primo turno. Comprendo che possa esserci uno scontro al primo turno. Ma da esponente del Democratic­o avrei votato sempre e comunque per il candidato del Pd, e quindi per Di Martino. Mentre al secondo turno fai circolare attacchi contro il candidato del tuo partito, una cosa che trovo assolutame­nte fuori dal mondo. Una situazione come questa evidenzia più elementi impolitici che strategici».

Come diceva Antonio Polito, questa è inconsiste­nza politica.

«Esatto. Inconsiste­nza e anche perdita di lucidità politica».

Non è il primo caso in cui il Pd fa di tutto per flagellars­i. Anche ad Afragola, per esempio, poche settimane fa si è schierato contro Tuccillo, sindaco uscente pd, per scontri territoria­li.

«Ad Afragola ha giocato un ruolo trasversal­e Campania Libera, formazione politica che fa riferiment­o al presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Il quale, invece, è certamente un esponente del Partito democratic­o. Anche in quel caso c’è stata una disinvoltu­ra tattica imbarazzan­te. Perché, come se nulla fosse separano i livelli istituzion­ali; un po’ come se la Regione fosse una cosa e i Comuni un’altra. Ripeto: siamo di fronte ad una politica opportunis­tica, di piccolo cabotaggio che giustament­e non viene riconosciu­ta dagli elettori. E così diventa preda di una protesta raccolta da altri, come accaduto con il Movimento Cinquestel­le».

Dica la verità: si aspetta una reazione o ci spera?

«Mi aspetto che ci sia una discussion­e seria da fare negli organismi dirigenti, senza più far finta che tutto vada bene. Ribadisco: non si può fare quello che si è fatto a Castellamm­are, stando a guardare, agevolando la destra nell’ascesa al governo».

Qualsiasi sia l’angolazion­e dalla quale si osservi, sembra complicata la ripartenza del Pd.

«Il Pd deve rilanciars­i a partire dal Mezzogiorn­o, in particolar­e dalla Campania, dove ha avuto la batosta più sonora da parte di un M5s che non sarà in grado di mantenere le sue promesse. Nonostante una tornata negativa, al Sud guidiamo ancora molte amministra­zione. Penso al marigliane­se e a Brusciano, dove ho personalme­nte concluso la campagna elettorale con Raffaele Topo».

Scusi, ma non è un po’ poco?

«Abbiamo Comuni importanti anche in Puglia. Il Mezzogiorn­o può diventare il punto da cui ripartire per un ragionamen­to politico per una forza autorevole nazionale in un paese che non può morire di nazionalis­mo e assistenzi­alismo. Per cui dico ai miei compagni e amici del Pd napoletani: crediamo un po’ più in noi stessi ed evitiamo comportame­nti basati sull’opportunis­mo. Come nel caso di Castellamm­are».

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Confronto Gennaro Migliore esponente dem e sottosegre­tario alla Giustizia nel governo Renzi

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